"Non riconosceremo i referendum russi". Draghi conferma l'appoggio a Zelensky

Il colloquio tra i due si è incentrato sugli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina. Draghi ha assicurato che l'Italia non riconoscerà l'esito del referendum russo

"Non riconosceremo i referendum russi". Draghi conferma l'appoggio a Zelensky

L'Italia non riconoscerà l'esito del referendum russo. In una conversazione telefonica con Volodymyr Zelensky, si apprende che Mario Draghi ha definito "illegale" il referendum del Cremlino, assicurando al presidente ucraino che Roma continuerà a sostenere Kiev e la popolazione ucraina. E che, soprattutto, non saranno affatto considerate le consultazioni indette dalla Russia nelle regioni di Kherson, Zaporizhzhia, Lugansk e Donetsk.

La posizione dell'Italia

Il colloquio tra Draghi e Zelensky si è ovviamente incentrato sugli ultimi sviluppi della situazione sul terreno e sui "referenda" illegali indetti dalla Federazione Russa nelle zone sud-est e sud-ovest dell'Ucraina. Draghi, come detto, ha assicurato che l'Italia non riconoscerà l'esito de voto e ha confermato il continuo sostegno da parte del governo italiano alle autorità di Kiev in tutti gli ambiti.

Draghi, a dire il vero, si era già espresso sul referendum russo. In occasione del suo intervento all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel suggestivo Palazzo di Vetro di New York, il premier italiano era stato chiarissimo: "Finora la Russia non ha dimostrato di volere la fine del conflitto: i referendum per l'indipendenza nel Donbass sono un'ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza".

Roma ha dunque lanciato l'ennesimo segnale di vicinanza a Zelensky. Lo ha fatto Draghi con questa telefonata e, prima di lui, lo aveva fatto Giorgia Meloni, in risposta al tweet del presidente ucraino scritto per congratularsi con la leader di FdI per la vittoria alle elezioni politiche. "Caro Zelensky, sai che puoi contare sul nostro leale sostegno alla causa della libertà del popolo ucraino.Sii forte e mantieni salda la tua fede", è stata la replica di Meloni, sempre su Twitter.

Il referendum russo

Per quanto riguarda il referendum russo indetto nelle quattro regioni conquistate, oltre all'Italia anche altri Paesi hanno espresso posizioni chiare. "Non riconosciamo il risultato di questi referendum", ha affermato il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, durante una conferenza trasmessa dalla Tv di Stato Trt. "Non abbiamo mai riconosciuto l'annessione della Crimea e abbiamo chiarito che non riconosceremo il risultato di questi referendum", ha aggiunto il capo della diplomazia di Ankara.

Dagli Stati Uniti, la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha dichiarato che il referendum "farsa" della Russia in Ucraina rappresenta una "flagrante violazione del diritto internazionale". "Non riconosceremo mai i territori annessi. L'Ucraina ha il diritto di continuare a difendersi", ha chiarito.

"Vengono sanzionati coloro che sono coinvolti nell'occupazione russa e nell'annessione illegale di aree dell'Ucraina. Proponiamo di designare le autorità russe per procura a Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia e altri individui russi che hanno organizzato e facilitato i falsi "referendum" in queste quattro aree occupate dell'Ucraina", ha invece annunciato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell.

Perfino la Cina ha espresso, almeno indirettamente, più di una riserva sulla

mossa di Putin. "La Cina ha sempre sostenuto che la sovranità e l'integrità territoriale di tutti i paesi dovrebbero essere rispettate", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin.

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