Guerra in Ucraina

Due spine nel fianco dello Zar: "Ecco perché ha preso tempo"

L'offensiva russa sul Donbass è iniziata ma i russi non hanno molto tempo: le piogge e i giorni che passano sono alleati dell'Ucraina in questa guerra

Due spine nel fianco dello Zar: "Ecco perché ha preso tempo"

I due mesi di guerra in Ucraina senza aver raggiunto un vero e proprio obiettivo, con armamenti e rifornimenti scarsi, hanno logorato il morale delle truppe russe. Diserzioni, consegne al nemico, auto-sabotamenti hanno segnato negativamente la prima parte dell'invasione ucraina. Tantissimi, inoltre, i morti lasciati sul campo, più di quanti la Russia potesse aspettarsene all'inizio dell'azione militare, che hanno decimato le forze attive contro gli ucraini. Due spine nel fianco non di poco conto che hanno costretto Vladimir Putin a rivedere i suoi piani, a riorganizzarsi e a studiare nuove strategie, che hanno inevitabilmente fatto perdere tempo all'esercito russo, che ha ormai perso l'effetto sorpresa sull'Ucraina.

C'è chi pensava che il ripiegamento delle truppe di Mosca fosse un segno di resa di Mosca o, comunque, un indicatore di un suo possibile abbandono del campo. I più esperti, invece, lo avevano annunciato: l'esercito russo ripiega per riorganizzarsi in vista di una seconda fase della guerra in Ucraina, alla luce del disastro raggiunto con la prima. "Hanno dovuto sostituire i mezzi e gli uomini persi. Affinare e potenziare la logistica. Aggiungere altri reparti provenienti da diversi teatri operativi", a confermarlo è l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, già capo di stato maggiore della Difesa, in un'intervista rilasciata alla Nazione.

"Gli obiettivi iniziali che avevano le forze russe erano quelle di cambiare il governo di Kiev. Quell'obiettivo primario è fallito, vuoi per la resistenza degli ucraini, vuoi per le scarse performance operative delle forze di Putin", ha spiegato l'alto ufficiale della marina italiana. Ora, infatti, i russi sostengono che obiettivo fondante di quella che definiscono "operazione speciale" sia sempre e solo stato il controllo del Donbass: "Non lo era, ma se le sue forze conquistassero tutto o quasi tutto il Donbass, Putin potrebbe costruire per il suo popolo una narrazione di vittoria".

Che questo obiettivo sia nelle corde dell'esercito russo, l'ammiraglio Giampaolo Di Paola non lo mette in dubbio, perché la Russia sulla carta ha il potenziale idoneo per raggiungerlo, ha cambiato i vertici del comando ponendo al vertice un veterano del conflitto in Siria e in Cecenia e, inoltre, ha avuto la possibilità di apprendere dagli errori condotti fino a questo momento. "Ma il fatto che sia possibile non vuol dire che poi ci riescano. Di mezzo ci sono gli ucraini che combattono per la loro patria, hanno subito perdite importanti, ma stanno ricevendo una grande quantità di materiale bellico dai Paesi della Nato. L'esito della battaglia è quindi in tutta onestà incerto", ha però aggiunto l'ammiraglio, sottolineando come i risultati sul campo non sempre riflettano le reali proiezioni teoriche sulle forze in campo.

Ora i russi non hanno molto tempo per agire, perché ogni giorno che passa senza un risultato è un giorno guadagnato da Kiev e il tempo gioca in favore dell'Ucraina. In questo ha un ruolo fondamentale anche il clima, perché le piogge potrebbero rappresentare una vera e propria minaccia per le truppe di Mosca: "Bisognerebbe conoscere le reali condizioni di praticabilità del terreno. L'avanzata va fatta con mezzi meccanizzati e corazzati che devono poter operare". E i russi sembrano saperlo, tanto che nelle ultime ore è iniziata la vera offensiva sul Donbass, con una intensificazione rapida degli attacchi sugli obiettivi da parte dei russi. L'ammiraglio Di Paola, al pari di tanti altri esperti analisti, ritiene che l'azione a tenaglia possa essere quella più efficace in questo tipo di azione, ma "gli ucraini si attendono una azione di quel tipo.

Quindi la manovra più ovvia, l'azione a tenaglia, non è detto che sia quella che poi sarà".

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