L'ascia, il sangue e le impronte digitali: il "giallo" sulla morte dell'oligarca

Il figlio dell'oligarca russo trovato morto con moglie e figlia non crede all'ipotesi omicidio-suicidio: "Non è stato mio padre". Sull'arma del delitto "non ci sono impronte digitali"

L'ascia, il sangue e le impronte digitali: il "giallo" sulla morte dell'oligarca

"Mio padre non è un assassino. Non avrebbe mai fatto del male a mia madre e mia sorella". Lo afferma con forza e convinzione Fedor Protosenya, il figlio dell'oligarca russo trovato morto nella sua villa di Lloret De Mar, in Costa Brava, con accanto i corpi martoriati della moglie e della figlia. Per gli inquirenti spagnoli si tratta di un omicidio-suicidio anche se sull'arma che Sergey Protosenya avrebbe usato per commettere il massacro non sono state rilevate impronte digitali né sui suoi vestiti c'erano tracce di sangue.

"Non è stato papà"

Stando alla ricostruzione ufficiale, Sergey Protosenya, ex presidente dell'azienda russa del gas Novotek, avrebbe dapprima colpito con un'ascia la moglie e la figlia poi, si sarebbe impiccato in giardino lasciando i cadaveri mutilati sull'erba. Una circostanza che, secondo gli investigatori spagnoli, è compatibile con il contesto di un omicidio-suicidio. Di tutt'altro avviso è, invece, Fedor Protosenya, il figlio del 58enne: "Mio padre non è un assassino", ha dichiarato nel corso di una intervista esclusiva al Mail Online (rilanciata dal Corriere.it). Quando si è compiuto il massacro, il 22enne si trovava in Francia, nella casa di famiglia a Bordeaux, per trascorrere le vacanze di Pasqua. Ha allertato le autorità lo scorso martedì poiché non riusciva più a mettersi in contatto con i familiari. "Mio padre amava mia madre e soprattutto mia sorella, la trattava come una principessa. - ha continuato il giovane - Lui non avrebbe mai fatto loro del male. Non so cosa sia accaduto ma lui non le ha colpite".

I sospetti

Le affermazioni di Fedor Protosenya suggeriscono una ipotesi delittuosa diversa da quella formulata sinora dagli inquirenti spagnoli. Del resto, la dinamica della tragedia presenta molteplici "punti oscuri". Come, ad esempio, l'assenza di impronte digitali sull'arma (in realtà sono due, un'accetta e un coltello) che l'oligarca avrebbe usato per colpire la moglie e la figlia. Senza contare, inoltre, che la polizia catalana si è rifiutata di rivelare i dettagli dell'autopsia eseguita sui cadaveri lo scorso weekend citando il cosiddetto "segreto investigativo". Vi sono poi le dichiarazioni di alcuni conoscenti dei Protosenya che soffiano sul fuoco. "Sergey non lo ha fatto, non ha ucciso la sua famiglia, è impossibile - ha detto al Mail Online Anatoly Timoshenko, un uomo d’affari russo amico stretto dei Protosenya - . Non voglio discutere di cosa potrebbe essere successo in casa quella notte, ma Sergey non è un assassino".

Un altro amico dell'ex magnate russo, Roman Yuravih, ha aggiunto: "Conoscevo Sergey da dieci anni, era un uomo felice , amava la sua famiglia. Non ha ucciso sua moglie e sua figlia, ne sono sicuro". Qual è la verità?

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