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"In Francia islamofobia è politica di Stato": la Turchia contro Macron

"In Francia islamofobia è politica di Stato": la Turchia contro Macron

"L'islamofobia? In Francia è diventata una politica di Stato". Parola di Mevlut Cavusoglu, ministro degli Esteri turco che, nel corso di un'intervista rilasciata all'emittente Trt, ha duramente attaccato il governo francese, alimentando nuove tensioni tra Parigi e Ankara.

L'attacco di Cavusoglu

In passato la Turchia aveva già puntato il dito contro la Francia, chiedendo più volte alle autorità francesi di combattere la crescente islamofobia. Adesso Ankara è tornata ad affondare il colpo, sostenendo, per bocca di Cavusoglu, che Parigi non osserva la campagna contro l'islamofobia promossa dal Consiglio d'Europa, in violazione dei diritti umani. E che, nonostante questo, non viene richiamata da parte di Strasburgo.

Le parole del ministro arrivano in un momento particolare. Da giorni, infatti, il parlamento turco chiede di adottare misure concrete contro il razzismo, la xenofobia e l'islamofobia. "Siamo tutti preoccupati per l'inquietante aumento di razzismo, xenofobia, islamofobia e incitamento all'odio in tutto il mondo e per la grave minaccia che rappresenta per la pace e l'armonia delle nostre società", ha affermato Mustafa Sentop, presidente della Grande Assemblea nazionale turca. Sentop ha quindi spiegato che l'islamofobia è diventata una delle forme più comuni di razzismo negli ultimi 20 anni, auspicando l'adozione da parte dei vari governi di misure concrete per stroncare sul nascere "le tendenze all'incitamento all'odio".

Ma se da una parte c'è la battaglia intrapresa dalla Turchia per contrastare l'islamofobia, dall'altra esistono tensioni mai sopite tra Ankara e l'Unione europea. La sensazione, dunque, è che i massimi rappresentanti turchi sventolino, di tanto in tanto, temi sensibili come il pregiudizio verso l'Islam per replicare alle accuse mosse da Bruxelles. Non a caso, lo scorso ottobre la Commissione europea ha bocciato in toto la Turchia, spiegando che il Paese guidato da Recep Tayyip Erdogan non ha fatto passi avanti verso i principi democratici per entrare nell'Ue.

La Turchia e la condanna all'islamofobia

Tornando invece al rapporto tra Francia e Turchia, ricordiamo, ad esempio, quanto accaduto nel 2015 dopo l'uccisione di 12 persone nella sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo. All'epoca Ankara condannò l'attentato e ogni forma di terrorismo, ma chiese all'Europa di combattere le ondate di islamofobia che, a detta delle autorità turche, stavano prendendo di mira l'Islam. Fu lo stesso Cavusoglu ad esprimersi, riprendendo un tema caro al presidente Erdogan, e spiegando che il terrorismo e la crescente islamofobia nel Vecchio Continente erano fenomeni "interconnessi". "Dobbiamo lottarecontro il crescente razzismo, la xenofobia e l’islamofobia in Europa, che minacciano tutti nostri valori. Dobbiamo anchecombattere ogni forma di terrorismo" disse Cavusoglu. A distanza di sette anni, il ministro è tornato a toccare gli stessi esatti temi.

In tempi più recenti, nel 2020, la tensione tra Parigi e Ankara ha probabilmente toccato la vetta più alta. In seguito alla decapitazione di un professore francese di storia e geografia che aveva mostrato in classe, ai suoi studenti, le vignette di Charlie Hebdo su Maometto, il presidente francese Emmanuel Macron si lanciò in una strenua difesa della libertà di espressione. Pronta la replica di Erdogan, che in quell'occasione accusò Macron di essere mentalmente instabile e di aver lanciato una sorta di caccia alle streghe contro i musulmani in Francia.

"I musulmani soggetti a campagna di linciaggio simile a quella contro gli ebrei in Europa prima della seconda guerra mondiale", arrivò a dichiarare il presidente turco.

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