Guerra in Ucraina

"In un futuro prevedibile...". Mosca cambia strategia

Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, gli obiettivi militari sono stati raggiunti e l'operazione in Ucraina finirà "in un futuro prevedibile". Solo strategia o effettiva svolta?

"In un futuro prevedibile...". Mosca cambia strategia

Mosca raddrizza il tiro, circostanzia le proprie azioni. Rimodula le traiettorie e, a parole, lascia intravedere alcuni nuovi scenari per il conflitto in Ucraina. La guerra contro Kiev - che ufficialmente il Cremlino non ha mai definito tale - potrebbe concludersi in un "futuro prevedibile": lo ha affermato il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, nel corso di un'intervista rilasciata all'emittente Sky News. Secondo l'uomo di fiducia dello Zar, infatti, gli obiettivi dell'esercito russo sarebbero stati raggiunti e questo potrebbe portare una più rapida risoluzione della cosiddetta "operazione speciale".

La Russia - ha dichiarato Peskov - "spera di mettere fine all'operazione speciale in Ucraina in un futuro prevedibile", senza eccessive proroghe. "Il lavoro è in corso sulla parte militare e da parte dai negoziatori, che sono in contatto con le loro controparti ucraine", ha proseguito il rappresentante del Cremlino, che ieri per la prima volta aveva ammesso esplicitamente le "gravi perdite" accusate dai russi in termini di truppe nel corso degli interventi militari in Ucraina. Le affermazioni sulla conclusione delle azioni belliche in un "futuro prevedibile" tornano così a aprire interpretazioni e interrogativi sui reali obiettivi di Mosca e sul loro effettivo (o mancato) raggiungimento.

In un primo momento, infatti, lo stesso Vladimir Putin aveva parlato di "denazificazione" del paese guidato da Zelensky, mentre i suoi collaboratori - nel prosieguo della guerra e con l'emergere di alcune difficoltà sul campo - avevano indirettamente smorzato le aspettative. A fine marzo, in particolare, il ministro della difesa russo Sergei Shoigu aveva sostenuto che l'obiettivo principale dell'operazione fosse la "liberazione" del Donbass. Affermazioni che, contestualmente, erano state accompagnate da un arretramento delle truppe moscovite da Kiev e da un loro riposizionamento proprio nella zona della regione russofona dell'est Ucraina.

Ora le uscite di Peskov sul raggiungimento degli obiettivi dell'operazione militare. Solo strategia per consentire all'esercito russo di riorganizzarsi o effettiva svolta? C'è chi propende per una terza ipotesi: quella di un'intensificazione degli attacchi russi nel Donbass per ottere una vittoria in quella zona entro il 9 maggio, data significativa nella quale in Russia si celebra la capitolazione della Germania nazista nel 1945. Per quella ricorrenza, ha fatto notare anche il presidente francese Macron nelle scorse ore, lo Zar dovrà necessarimente esibire davanti alla nazione un risultato a suo favore.

Dunque, ha previsto l'inquilino dell'Eliseo, "vivremo scene difficili nelle prossime settimane".

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