Giornalisti Tg2 fermati dai militari ucraini: “Scambiati per spie russe”

Leonardo Zellino e il suo cameraman Maurizio Calaió sono stati tenuti per un'ora dalle truppe ucraine perché scambiati per spie nemiche

Giornalisti Tg2 fermati dai militari ucraini: “Scambiati per spie russe”

La guerra è a Kiev. I soldati ucraini stanno proteggendo la loro capitale dall'avanzata russa e fino a ora la loro controffensiva è risultata adeguata. Il piano di una guerra lampo da parte della Russia è stato sventato, nonostante il paese di Putin abbia in mano numerosi aeroporti e piste attorno alla capitale. I soldati sono alla continua ricerca di spie, sabotatori e guastatori all'interno della città e molti russi sono già stati catturati. Kiev è una città che resiste anche grazie agli uomini e alle donne civili che hanno deciso di difendersi dall'avanzata. Numerose le molotov lanciate contro i carri armati russi in città nelle ultime ore, bombe rudimentali che riescono a fermare i possenti mezzi russi. Ma il clima di tensione è città è al livello di allerta massimo e chiunque potrebbe essere un nemico. Lo sanno bene i giornalisti del Tg2 che sono stati fermati mentre si dirigevano a Kiev perché scambiati per spie russe.

In guerra, dove tutto (o quasi) è permesso, il nemico potrebbe essere dovunque. Il giornalista Leonardo Zellino e il suo cameramen Maurizio Calaió sono stati fermati dalle forze militari ucraine, che per un'ora hanno tenuto in custodia i loro documenti e cellulari. Il dubbio dei militari era quello che i due giornalisti italiani fossero in russi in missione di ricognizione tra le fila ucraine. La tecnica di mimetizzarsi con le insegne straniere o di cercare di infiltrarsi tra le linee nemiche come giornalisti o cittadini stranieri non è certo nuova e nell'area di Kiev i soldati ucraini temono che ci siano ancora spie russe nel loro territorio.

Per questo motivo sono stati scansionati tutti i contatti telefonici di Leonardo Zellino e di Maurizio Calaiò per cercare conferma delle loro parole. Sono stati anche visionati tutti i filmati e i materiali raccolti dai due reporter Rai in modo tale da verificare che fossero chi giuravano di essere.

Appurato che Zellino e Calaiò fossero realmente giornalisti italiani e non al servizio della Russia, i due reporter sono stati rilasciati e hanno potuto continuare il loro viaggio e il racconto di un Paese ormai in guerra da giorni, lungo la strada M19 che porta a Cortkiv, nell'ovest del Paese. La troupe del Tg2 è arrivata in aereo a Bucarest e da lì è partita in direzione di Kiev. Numerosi i controlli lungo la strada, durante un viaggio lungo quasi un'intera notte per raccontare la vicino la realtà ucraina.

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