Hong Kong, i leader della protesta anti Cina entrano in parlamento

Alcuni dei leader della protesta anticinese sono entrati nel parlamento di Hong Kong. Fra loro vi è anche Nathan Law, uno degli attivisti per la democrazia che guidarono "la protesta degli ombrelli" nel 2014

Nathan Law, leader protesta degli ombrelli
Nathan Law, leader protesta degli ombrelli

A Hong Kong tornano di moda gli ombrelli. Alcuni dei leader della protesta anticinese sono entrati nel consiglio legislativo di Hong Kong. Fra loro anche Nathan Law, uno degli attivisti per la democrazia che guidarono la "protesta degli ombrelli" nel 2014, risultato il secondo candidato più votato nell'ex colonia britannica. Il "parlamentino" di Hong Kong resta dominato dai filo cinesi, anche a causa del sistema elettorale, la cui riforma, contestata, aveva scatenato la protesta di due anni fa. Il Consiglio, che approva le leggi e il bilancio, conta 70 seggi: solo 35 vengono eletti a suffragio universale, mentre altri 30 rappresentano settori professionali e del commercio che contano per il 6% della popolazione e sono vicini a Pechino. Altri cinque "super seggi" sono eletti dall'insieme del territorio. A votare è andato il 58% dei 3,8 milioni di aventi diritto: un afflusso record rispetto al 45,2% del 2008.

Oltre al successo del 23enne Law del partito Demosisto, entrano in Consiglio anche due candidati del partito indipendentista Youngspiration. Da segnalare anche il risultato dell'attivista Eddie Chu Hoi-dick, che ha ottenuto più di 84mila voti nella circoscrizione New Territory West, considerata filo cinese.

Restituita alla Cina nel 1997, secondo il principio "un paese due sistemi", l'ex colonia britannica gode di particolari garanzie di democrazia e libertà di espressione. Tuttavia Pechino ha cercato di ridurre il più possibile questi spazi intervenendo sulla legge elettorale.

All'inizio dell'anno vi è stato poi il caso dell'arresto in circostanze non ben chiarite di cinque librai di Hong Kong che
vendevano libri critici del regime cinese. Il capo del governo di Hong Kong non viene scelto dagli elettori, ma da un comitato di personalità filo cinesi.

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