Mentre si contano ancora i morti nel canale di Sicilia si prova, per una volta, a dare una risposta ferma all'emergenza immigrazione che parte dalle coste libiche. Gli sbarchi e soprattutto i naufragi proseguono senza sosta. In tanti, nel mondo politico e non, chiedono un intervento diretto sulle coste libiche per bloccare alla fonte l'ondata di sbarchi. Lo ha proposto Daniela Snatanchè, ma anche Matteo Salvini: "Bisogna fermare i barconi prima che partono". Il business degli sbarchi vale circa 34 miliardi di dollari e difficilmente gli scafisti sono pronti a fare un passo indietro. Così adesso si pensa ad una coalizione di polizia internazionale che possa intervenire sul campo in Libia per bloccare i barconi al momento della partenza.
Una task force sotto il controllo dell'Unione Europea potrebbe intervenire sulle coste libiche per fermare il mercato di essere umani da parte degli scafisti. La proposta potrebbe avanzarla l'Italia al Consiglio Europeo in Lussemburgo dove si riuniranno tutti i ministri europei degli Stati Ue. Il piano prevede anche la realizzazione di campi profughi già in Libia per controllare sin dal nord Africa i requisiti di chi arrivato in Italia chiede lo status di rifugiato. L'Italia potrebbe partecipare al piano con l'Esercito, la Marina militare e l'Aeronautica. Per il momento l'idea è quella di un'operazione sulla parte settentrionale della Libia.
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