Trump chiude i confini: "Stop alle green card: tuteliamo lavoratori Usa"

Donald Trump blocca le green card per sessanta giorni. Rimangono validi solo i visti temporanei. Gli States verso la stretta per tutelare i lavoratori

Trump chiude i confini: "Stop alle green card: tuteliamo lavoratori Usa"
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Il sogno americano, almeno per un po', dovrà aspettare. Donald Trump, nella consueta conferenza quotidiana sullo stato delle cose relative al Covid-19, ha annunciato una stretta complessiva sull'immigrazione.

La disposizione del presidente degli Stati Uniti, e questa forse è la principale delle novità, riguarderà alcuni tipi di green card. Lo stop varrà per sessanta giorni. Poi The Donald potrebbe procedere con una normalizzazione. Bisognerà attendere l'evoluzione della situazione pandemica. Non è detto insomma che tutto torni come prima alla scadenza del periodo indicato. Le statistiche sui contagi e sui decessi, in queste fasi, recitano un ruolo centrale.

La mossa era stata annunciata nel corso della giornata di ieri: il tycoon aveva anticipato tutti via Twitter, annunciando come anche le green card - il documento che consente a cittadini non americani di dimorare negli States per un certo periodo di tempo - sarebbero state interessate dal limitazioni. Qualcosa di simile era accaduto nel 2018. Ora la ratio della norma va ricercata da una parte nelle contromisure utili ad evitare a diffusione dei contagi da nuovo coronavirus e dall'altra nel voler scongiurare un eccessivo allargarsi delle maglie dei pretendenti ad un posto di lavoro. Per approvare il pacchetto serve un decreto. E Trump, durante la conferenza, ha fornito una indicazione precisa: l'ordine esecutivo dovrebbe essere firmato nel corso della giornata odierna. Così come riportato peraltro dall'Agi.

Le green card sono in qualche modo un simbolo del mondo libero. La straordinarietà del momento, però, può imporre anche scelte di questo tipo. Ma come vanno le cose negli Stati Uniti d'America? Donald Trump è parso ottimista. Anzi, il presidente ha proprio dichiarato di vedere "molta luce alla fine del tunnel". "La luce - ha assicurato il tycoon nel corso del breafing della task force - diventa ogni giorno più brillante". Nel frattempo, alcuni Stati stanno chiedendo a gran voce la riapertura. Esiste una contrapposizione tra le decisioni prese da alcuni governatori e le posizioni di alcuni cittadini. Le proteste in Michigan, in questo senso, sono piuttosto esemplificative. Almeno una ventina di Stati, stando a quanto dichiarato dal Commander in Chief, dovrebbero essere in procinto di allentare o persino di salutare la quarantena.

Lo sguardo degli affari interni è rivolto anche a novembre, quando Donald Trump e Joe Biden si contenderanno la Casa Bianca. Il candidato dei Democratici ha aperto all'ipotesi Michelle Obama come vicepresidente ma, per quanto l'ex vice di Barack nutra speranze, per ora Michelle non ha ancora risposto all'appello. Sul fronte della politica estera, invece, vale la pena segnalare come The Donald abbia avuto un colloquio telefonico con Boris Johnson. Uk e Stati Uniti, in un ottica bipolare, hanno concordato le modalità mediante cui fare fronte alla pandemia. La telefonata rappresenta l'ennesimo segnale di prossimità tra le due parti.

Tornando alla questione del blocco dell'immigrazione, Trump ha rivendicato la natura "forte" del suo intervento. Il presidente ha garantito che alcune persone avranno comunque la possibilità di recarsi negli Stati Uniti. Un fattore di sicuro rilievo è quello che riguarda l'occupazione interna.

Nel caso in cui la recessione, che tanti economisti danno per certa, dovesse compromettere la situazione lavorativa di molti americani, allora il blocco sull'immigrazione potrebbe permanere. Trump lo ha lasciato intendere. Fermare l'immigrazione dunque equivale, nell'ottica trumpista, a garantire i lavoratori americani. I visti temporanei, invece, resteranno validi a tutti gli effetti.

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