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Israele, Facebook sanziona la pagina di Netanyahu

A scatenare la reazione di Facebook è stato un merssaggio automatico in cui Netanyahu si scagliava contro un ipotetico “governo di sinistra”

Israele, Facebook sanziona la pagina di Netanyahu

Facebook irrompe nella campagna elettorale israeliana "sanzionando" il profilo ufficiale del leader del Likud, il premier uscente Benjamin Netanyahu.

La compagnia californiana ha infatti bloccato per 24 ore il sistema di messaggistica istantanea dell’account del candidato primo ministro, impedendogli così di pubblicare contenuti propagandistici indirizzati all’elettorato. In particolare, il colosso Usa - riporta l’emittente americana Voice of America - avrebbe disposto tale misura a carico del politico israeliano perché avrebbe violato le regole Facebook intese a prevenire l’incitamento all’odio tramite il web”.

A causare la sospensione del chat bot del profilo social di Netanyahu sarebbe stato principalmente un messaggio pubblicato questo giovedì, in cui la pagina dell'esponente di punta del Likud, esortando i cittadini a votare per il fronte conservatore, li avvertiva contestualmente che un’eventuale vittoria elettorale della sinistra avrebbe determinato la nascita di un “governo arabo intenzionato a distruggerci tutti - uomini, donne e bambini”.

Oltre alla sanzione adottata da Facebook, le parole incriminate hanno anche scatenato un coro di critiche da parte dei partiti avversari del Likud, a cui il premier uscente ha reagito negando di avere mai scritto il post in questione. Netanyahu, intervistato dall’emittente israeliana Kan Reshet Bet, ha detto che il messaggio al centro delle polemiche sarebbe stato redatto “per errore” da un membro del suo staff. Il primo ministro in cerca di riconferma ha inoltre puntualizzato che, prima del provvedimento disposto dal colosso californiano, il messaggio anti-arabi era stato già rimosso dal suo profilo ufficiale.

La misura decisa contro l’account Facebook del primo ministro uscente, ad avviso dei media dello Stato ebraico, rischia di esasperare ancora di più il clima elettorale nella nazione mediorientale, già arroventato a furia dei proclami ultra-patriottici della coalizione di destra capeggiata dal Likud e della “demonizzazione” di Netanyahu portata avanti dalle forze di sinistra.

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