Una nuova, inaspettata ciambella di salvataggio per la Russia. Nel momento in cui l'Occidente sta cercando di isolare economicamente l'economia di Mosca, i riflettori sono puntati sulle mosse dell'India. Che potrebbe, in parte, riabilitare il Cremlino.
La variabile indiana
Secondo quanto riportato dal canale televisivo indiano Cnbc Tv18, l'India starebbe valutando la possibilità di acquistare greggo e altre materie prime dalla Russia a prezzi scontati, per di più affidandosi a transazioni rupie-rubli. A quanto pare, l'offerta sarebbe arrivata dalla Russia a causa delle sanzioni occidentali da cui è stata colpita in seguito all'invasione dell'Ucraina. Ricordiamo che Nuova Delhi importa l'80% del suo fabbisogno petrolifero, e che una quota del 2-3% di queste importazioni proviene dalla Russia.
Una situazione complessa
La situazione, per Mosca, è molto complessa. Come ha sottolineato Il Corriere della Sera, il governo russo deve fare i conti con il congelamento delle riserve in euro, dollari e sterline della sua banca centrale. In altre parole, la Russia è impossibilitata ad utilizzare le più importanti monete di riserva internazionali. Questo significa che nessun soggetto russo – Stato e imprese inclusi – può saldare debiti esteri o pagare le importazioni con una delle valute sopra citate.
In ogni caso, la Russia preparerà presto un ordine di pagamento in rubli per ripagare il suo debito estero, se impossibilitata a pagarlo in valuta straniera. Lo ha annunciato il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, in un'intervista al canale televisivo Rossija-24. "L'esecuzione del pagamento, che è prevista in queste valute, potrebbe essere difficile nelle attuali condizioni di congelamento delle riserve auree di quelle valutarie. Tuttavia, ciò dipenderà dalla capacità di tali banche, che sono occidentali e presso cui si trovano i conti della Federazione Russa, di eseguire questo ordine. In caso di difficoltà, domani, martedì, prepareremo il corrispondente ordine di pagamento in rubli", ha detto Siluanov. Il ministro ha poi aggiunto che lo yuan cinese è una delle riserve valutarie della Russia e verrà utilizzato.
Il jolly di Putin
In uno scenario del genere, Vladimir Putin è all'opera per calare il suo jolly personale. Mosca starebbe cercando di convincere le potenze emergenti a disintermediare le loro transazioni dal dollaro. Ecco, allora, che cosa potrebbe succedere. Mosca è in contatto con Nuova Delhi per convincere il governo indiano a vendere petrolio siberiano così da compensare la riduzione delle vendite ai Paesi occidentali.
L'India andrebbe così a comprare il greggio russo a prezzo scontato, visto che una gran parte di operatori si sta tenendo ben lontana per paura di essere colpita dalle sanzioni. Ma usando quale valuta? Non il dollaro, che la Russia non può più ricevere (sarebbe carta straccia), bensì i rubli sulla base di un cambio flottante con la rupia indiana, a sua volta basata su una moneta terza, lo yuan, usata come punto di riferimento.
L'importanza dello Yuan
Mosca, insomma, affila le armi e va al contrattacco dopo l'accerchiamento delle sanzioni degli Stati ostili che rischiano di congelare il mercato e bloccare la Russia. Per ora, come ha evidenziato l'Ansa, l'unica ancora di salvezza di Putin è la Cina dopo che la metà delle riserve auree e valutarie della Banca di Russia - circa 300 miliardi di dollari - è stata congelata per effetto delle sanzioni.
Senza giri di parole, il ministro delle Finanze Siluanov ha fatto capire che Mosca punta tutto sullo "yuan cinese, valuta di riserva affidabile". "Utilizzeremo una quota delle riserve auree e valutarie denominate in yuan", come "fonte delle riserve valutarie del nostro Paese", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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