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Indonesia, in arrivo stretta contro la musica occidentale

La presentazione al parlamento di tale riforma ha avuto luogo su impulso delle numerose manifestazioni di piazza organizzate negli ultimi mesi dagli ambienti musulmani radicali e miranti a richiedere alle autorità un intervento a protezione della nazione islamica contro le “perversioni veicolate dall’Occidente”

Indonesia, in arrivo stretta contro la musica occidentale

Il parlamento indonesiano è in procinto di varare una “stretta” ai danni della “musica occidentale”.

La Camera dei rappresentanti di Giacarta ha infatti deciso di avviare un “iter accelerato” per l’approvazione di un disegno di legge inteso a proibire “influenze straniere” nel contesto artistico del Paese asiatico. La bozza di provvedimento è stata sottoposta all’attenzione dell’assemblea da due partiti della coalizione di governo, ossia il Golkar Party, formazione nazionalista, e il National Awakening Party, movimento musulmano tradizionalista.

La riforma in questione mira a “salvaguardare da ogni contaminazione” la “purezza islamica” della tradizione musicale nazionale. In particolare, l’articolo 5 della legge in via di approvazione vieta la diffusione nel Paese di “musica non-indonesiana”, in particolare di “musica europea e americana”. Le espressioni artistiche occidentali sono state infatti bollate dai promotori della stretta come “blasfeme” e “pornografiche”. I musicisti che si azzarderanno a eseguire composizioni musicali straniere verranno quindi, in base al nuovo provvedimento, multati o, addirittura, “incarcerati”.

La “crociata” contro gli influssi culturali stranieri, proclamata dai parlamentari di Giacarta in nome della “purezza islamica” delle tradizioni nazionali, ha subito provocato forti malumori all’interno del panorama artistico del Paese asiatico. Numerosi cantanti, musicisti e compositori indonesiani hanno infatti esternato la loro “profonda contrarietà” al disegno di legge all’esame della Camera e hanno quindi lanciato una “raccolta firme” per chiedere ai deputati di “interrompere” l’iter di approvazione della normativa. Ad avviso dei promotori della petizione, la cultura sarebbe un “valore universale” e non meriterebbe “alcuna censura”. Costoro, inoltre, affermano che la riforma propugnata dai partiti nazionalisti e islamici rischia di fare piombare l’Indonesia in una nuova “età dell’oscurantismo”, simile a quella instaurata nel Paese durante le “dittature di Sukarno e Suharto”.

La presentazione al parlamento di tale riforma ha avuto luogo su impulso delle numerose manifestazioni di piazza organizzate negli ultimi mesi dagli ambienti musulmani radicali e miranti a richiedere alle autorità un intervento a protezione della nazione islamica contro le “perversioni veicolate dall’Occidente mediante la musica, la pubblicità e l’editoria”.

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