Un anno dopo l'assalto a Capitol Hill, tempio della democrazia americana, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden parla alla nazione. Lo fa proprio da lì, in quella Washington che assisteva incredula, 365 giorni fa, a un assalto ai luoghi delle istituzioni. Quando lo sciamano Jake "Angeli" irrompeva col suo vistoso copricapo e a torso nudo e mentre altri urlavano, razziavano e semplicemente entravano dentro il Congresso per dimostrare di voler sconfiggere l'establihsment.
Il discorso di Biden
Biden è torna oggi in quei luoghi da presidente. E parla al suo popolo per commemorare quegli eventi (e i morti) ma anche per colpire chi viene ritenuto il vero piromane dell'incendio che sconvolse la politica Usa: Donald Trump. Nel suo discorso, il capo della Casa Bianca non ha mai nominato direttamente l'ex commander in chief, ma è tutto un discorso in cui ha puntato il dito contro il suo predecessore, colpevole, a suo dire, di "avere ostacolato la transizione democratica" e di "avere guardato dall'ufficio senza fare nulla". "Dobbiamo essere assolutamente chiari su ciò che è vero e ciò che è una bugia. Ecco la verità: l'ex presidente degli Stati Uniti d'America ha diffuso una rete di bugie sulle elezioni del 2020", ha detto Biden. "Il 6 gennaio fu un'insurrezione armata e cercò di rovesciare elezioni libere, di sovvertire la costituzione e di fermare un trasferimento pacifico dei poteri attraverso un gruppo di balordi, tutto il mondo ha visto con i suoi occhi. Nemmeno durante la guerra civile questa cosa accadde. In questo luogo sacro fu attaccata la democrazia, un attacco brutale, ma il popolo ha resistito, la democrazia ha tenuto", ha continuato l'attuale presidente degli Stati Uniti. "Il suo ego ferito conta per lui più della nostra democrazia e della nostra Costituzione. Non può accettare di aver perso", ha detto al Campidoglio.
Un problema che per il capo della Casa Bianca assume anche una connotazione internazionale, e che ricorda come il tema della democrazia sia una questione che va a intaccare non solo i rapporti internti agli States, ma anche la polticia estera di Washington. "Siamo in un momento decisivo della storia in America e nel mondo, c'è una sfida tra democrazia e autocrazia, vedi Cina e Russia", ha continuato il presidente, "dicono che la democrazia è troppo lenta per risolvere i problemi di oggi e scommettono che l'America diventerà come loro. Ma noi non lo saremo mai".
Accuse che ricordano quelle della commissione di inchiesta che da un anno indaga su Trump e sul suo "cerchio magico" nella speranza di trovare le prove che incastrino definitivamente l'ex tycoon e evitino che possa candidarsi di nuovo per le elezioni del 2024.
Trump contrattacca
L'ex presidente Usa ha detto che il discorso di Biden è solo un "teatrino politico". In una nota, Trump ha detto che il capo della Casa Bianca "che sta distruggendo la nostra nazione con politiche folli di confini aperti, elezioni corrotte, disastrose politiche energetiche, mandati incostituzionali e devastanti chiusure delle scuole, ha usato oggi il mio nome per cercare di dividere ulteriormente l'America". Per The Donald, il discorso di Biden "è solo teatro politico per distrarre gli americani dal suo fallimento". Il leader repubblicano, accusato di avere scatenato i rivoltosto contro il Congresso il 6 gennaio del 2021, ha poi concluso il suo discorso ribadendo l'accusa rivolta dalle ore successive al voto che ha incornato Biden: "Questo è quello che si ottiene con un'elezione truccata".
Un capitolo che non si è chiuso
Il capitolo dell'assalto a Washington non si è dunque affatto chiuso, anche se il presidente Usa ha detto, in conclusione del discorso, di "fare un passo avanti" e di scrivere "il prossimo capitolo della storia americana". Le dichiarazioni di Biden confermano, invece, che quella ferita è ancora aperta. L'attacco contro Trump è costante e conferma l'idea di una presidenza che nasce soprattutto per cancellare quanto accaduto negli ultimi quattro anni.
La sensazione è quella di volere a ogni costo chiudere una parentesi, una vera e propria "anomalia" nella politica americana, considerare quella presidenza repubblicana un cortocircuito causato dalla stessa essenza della democrazia Usa.
L'amministrazione democratica, quella che ha come simboli Biden e la (per ora più che deludente) vicepresidente Kamala Harris, nasceva e continua ad avere come obiettivo quello di evitare che tutto questo possa riaccadere. Ma l'impressione - e lo dimostrano i sondaggi - è che quello scopo che si sono prefissati i dem e l'establishment sia ben lontano dall'essere raggiunto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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