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Di Maio contro Erdogan: "Stop esportazione armi in Turchia"

Il ministro italiano degli Esteri firmerà un decreto ministeriale per bloccare l’export di armamenti verso Ankara. Ma l'Europa, ancora una volta, non è unita

Di Maio contro Erdogan: "Stop esportazione armi in Turchia"

L'Italia prende posizione sull'operazione militare della Turchia in Siria e sospende le esportazioni di armi verso Ankara.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha annunciato che nelle prossime ore firmerà un decreto per bloccare l'export di armamenti verso la Turchia. A margine del Consiglio europeo, il leader del Movimento 5 Stelle è stato chiarissimo: “Da domani in poi stop a commesse per tutto quello che riguarda il futuro dei prossimi contratti e dei prossimi impegni”.

Di Maio ha aggiunto che “tutti gli Stati condannano quello che la Turchia sta facendo nel territorio siriano” ma l'Europa non è unita nel prendere posizione. I membri dell'Ue, ha proseguito il ministro italiano, dovrebbero dare il via a un embargo di armi collettivo, traguardo ancora lontano da raggiungere. In ogni caso, la proposta dell'Italia è stata avanzata a tutti gli Stati europei.

Europa disunita

La situazione, come al solito quando si tratta di fare fronte unito in Europa, è alquanto frammentata. Se Francia e Germania hanno già posto lo stop sulla vendita delle loro armi alla Turchia e la Spagna intende accogliere la richiesta dell'Italia, c’è chi tentenna. Ungheria e Bulgaria esitano e non sono del tutto convinte di staccare la spina. Sulla stessa lunghezza d'onda di Parigi e Berlino, invece, ci sono Olanda, Norvegia e Finlandia.

Dopo Qatar e Pakistan, la Turchia è il terzo Paese al mondo verso cui l’Italia esporta armamenti. Stando ai dati dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (Uama) risalenti all’aprile 2018, l'anno appena passato Roma

html" data-ga4-click-event-target="internal">ha esportato ad Ankara 362,3 milioni di euro tra bombe, munizioni, aerei, missili e altro ancora, con un incremento di 100 milioni rispetto al 2017, il doppio del 2016.

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