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Il lancio del "nuovo" missile Usa concepito per provocare la Russia

Gli Stati Uniti provocano la Russia mostrando il lanciatore Mark 41, ritenuto da Mosca come la principale violazione americana al Trattato Inf

Il lancio del "nuovo" missile Usa concepito per provocare la Russia

Il test di domenica scorsa effettuato dagli Stati Uniti è stato concepito per irretire la Russia. Il primo lancio del “nuovo” missile post INF è solo un pretesto: mostrando il lanciatore Mark 41 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha alimentato, volutamente, i timori di Mosca sulla natura polifunzionale del Vertical Launching System. Il comunicato degli Stati Uniti sul primo test del nuovo “euromissile” è un esempio di Information Warfare.

Il lancio del Tomahawk? Un esempio di Information Warfare

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha lanciato con successo un missile da crociera precedentemente bandito dal Trattato sulle Forze Nucleari a Raggio Intermedio. Il missile lanciato domenica scorsa sembrerebbe essere una variante del Tomahawk Land Attack Missile. Il Pentagono ha semplicemente dichiarato di aver colpito un obiettivo “a più di 500 chilometri di distanza”, cioè oltre i limiti del defunto INF. Cerchiamo di fare chiarezza.

Se da un lato il test riguarda il primo sistema d’arma dopo la fine del Trattato sulle Forze Nucleari a Raggio Intermedio, dall’altro ad essere stato lanciato è un missile Tomahawk. Una variante di quest’ultimo per essere più precisi. Un sistema d’arma efficace, costantemente aggiornato da quarant’anni, ma parliamo sempre di un Tomahawk. Il primo di una lunga serie di lanci che porteranno allo sviluppo di un nuovo sistema di proiezione, con primo dispiegamento previsto tra 18 mesi. Per garantire una capacità missilistica a raggio intermedio in tempi brevi, il Pentagono continuerà a testare in primo luogo tutti i sistemi a corto raggio del suo arsenale che potrebbero essere modificati per estendere la loro autonomia. Venuti meno gli obblighi del Trattato INF, gli Stati Uniti sfrutteranno la tecnologia a propellente solido precedentemente vietata dall’accordo del 1987.

Ritornando al test di domenica scorsa, sono le altre informazioni diramate dal Dipartimento della Difesa che andrebbero analizzate con attenzione. Gli Stati Uniti hanno diffuso una foto in alta risoluzione del lancio, un video ed un comunicato. Nei comunicati ufficiali ci si riferisce chiaramente al lanciatore Mark 41. Il sistema universale di fuoco rapido contro le minacce ostili è mostrato anche in foto ed in video. Si tratta del medesimo lanciatore utilizzato nel sistema di difesa missilistica Aegis ed Aegis Ashore in Polonia e Romania.

Perché gli Stati Uniti hanno mostrato il Mark 41?

Per irretire i russi. Mosca, infatti, ha identificato nel lanciatore Mark 41 la principale violazione statunitense al Trattato INF. Posizione ribadita anche lo scorso gennaio, durante la conferenza stampa per svelare il missile Novator, secondo i russi conforme al Trattato INF. Ricordiamo che le postazioni di fuoco dell’Aegis Ashore, in funzione in Romania ed in costruzione in Polonia, sono configurati in ruoli difensivi. Il Pentagono ha ripetutamente affermato che i siti Aegis Ashore hanno esclusive capacità difensive. La Russia, invece, ha ripetutamente espresso preoccupazione per l'istituzione del sistema di difesa degli Stati Uniti in Europa. Da rilevare che il Mark 41 VLS, concepito come "sistema di lancio per intercettare oggetti non situati sulla superficie della terra" era consentito dal Trattato INF.

Irretire il nemico

La componente di fuoco del sistema di difesa balistica antimissile Aegis ed Aegis Ashore, si basa sul Vertical Launching System Mark 41 o MK-41. E’ un sistema universale di fuoco rapido contro le minacce ostili. Una piattaforma standard in grado di lanciare svariati vettori: dai missili da crociera agli intercettori esoatmosferici SM-3. I sistemi Aegis sono concepiti per scopi difensivi, ma in base alla progettazione originale del Mark 41 sarebbero in grado di lanciare i Tomahawk.

Le postazioni di fuoco dell’Aegis Ashore di Redzikowo in Polonia e Deveselu, in Romania, non sono configurate per lanciare sistemi offensivi, ma per tentare di intercettare una manciata di missili balistici provenienti dall’Iran. Non potrebbero fare nulla contro un attacco di saturazione russo o cinese. Questa è una certezza strategica assoluta. Tuttavia quando gli Stati Uniti, tre settimane dopo la fine del Trattato INF, decidono di mostrare un MK 41 VLS che lancia un missile Tomahawk, lasciano quantomeno presupporre che una tale capacità potrebbe essere adattata anche nell’Aegis Ashore in Polonia, Romania ed in Giappone. Le prefetture di Akita e Yamaguchi dovrebbero ospitare diverse piattaforme di fuoco nell'anno fiscale 2023 per contrastare la minaccia dei missili nordcoreani.

Il pensiero di Putin sull'Antiballistic Missile Systems

“I tubi di lancio dove sono immagazzinati questi missili sono gli stessi utilizzati sulle navi militari per trasportare i Tomahawk. Puoi sostituire i missili intercettori con i Tomahawk in poche ore. Tutto ciò di cui hanno bisogno è cambiare il software”.

Secondo Mosca, lo scudo europeo sarebbe in grado di sconvolgere la stabilità strategica. Non si tratterebbe di un sistema difensivo, ma parte di un asset nucleare strategico avanzato in Europa orientale. Per i russi, la natura polifunzionale del Vertical Launching System MK-41 rappresentava una chiara violazione del Trattato sulle Forze Nucleari a Raggio Intermedio. Lanciando dalla Polonia e dalla Romania, i missili potrebbero colpire alcuni dei principali obiettivi sensibili in territorio russo.

Stati Uniti Vs Russia: tra Information Warfare e realtà dei fatti

Anche se gli Stati Uniti armassero le postazioni missilistiche in Polonia e Romania con i TLAM-N o Tomahawk Land Attack Missile-Nuclear (da questo scenario escludiamo volutamente i sottomarini), non acquisirebbero una superiore capacità strategica nei confronti della Russia. Al di là delle rispettive posizioni, i Tomahawk con testata termonucleare non sarebbero sufficientemente potenti per decapitare la linea di comando nemica. Sarebbe certamente un’opzione superiore a quella convenzionale, ma i T-LAMN non sono l'unica cosa che si frappone tra la NATO e la sconfitta convenzionale contro le preponderanti forze russe (che non sono quelle dell'Unione Sovietica) in Europa.

Gli Stati Uniti mantengono un ampio margine convenzionale sull'esercito russo e potrebbero infliggere ingenti danni a Mosca in caso di conflitto convenzionale (che inevitabilmente sfocerebbe in termonucleare). Per i sostenitori del ripristino delle capacità nucleari del Tomahawk, tale asset darebbe maggiore credibilità agli Stati Uniti nel teatro europeo, colmando il divario tra armi convenzionali e strategiche. Tuttavia, esiste una guerra termonucleare limitata? Esiste la proporzionalità avviati lanci di asset con testate termonucleari? La risposta è no. Le armi nucleari sono per natura indiscriminate e ogni loro utilizzo comporta il rischio di un'escalation incontrollata. Per dissuadere la Russia, gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi sul continuo potenziamento delle capacità convenzionali della NATO. Reintrodurre asset solo perchè un avversario mantiene qualcosa di simile è assolutamente controproducente. I Tomahawk nucleari non sono fondamentali per soddisfare i nuovi requisiti strategici.

Per concludere.

Gli Stati Uniti non attaccheranno mai la Russia . E se lo facessero, attiverebbero l’intera linea Ohio (pesante e leggera) tentando di azzerare la linea di comando nemica e degradare le capacità di rappresaglia. Un contesto da Giorno del Giudizio che non decreterebbe vincitori, ma solo diversi gradi di sconfitti. Gli Stati Uniti non lancerebbero mai i T-LAMN poiché la resa di un asset termonucleare sarà sempre strategica. Lo sanno i russi, americani e cinesi.

Il resto è politica ed information warfare.

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