I repubblicani? Non credono più nella democrazia e sono diventati come Matteo Salvini. A dirlo non è un personaggio qualunque ma un ex pezzo grosso del partito democratico Usa, ritiratosi dalla politica attiva da qualche anno: parliamo di Howard Dean, 71 anni, ex governatore del Vermont dal 1991 al 2003, 50º presidente del Comitato nazionale democratico dal 2005 al 2009 e già candidato alle primarie dem del 2003. Intervistato da Jefferson - Lettere sull'America, bisettimanale online in italiano interamente dedicato agli Stati Uniti, Dean ha usato il leader della Lega Matteo Salvini per sferrare un duro attacco agli avversari del Gran Old Party. Secondo Dean, infatti, il Presidente Usa Joe Biden "vorrebbe riconciliare il popolo americano", ma fondamentalmente "i repubblicani hanno smesso di credere nella democrazia. Mi ricordano Salvini in Italia, a cui semplicemente non importa nulla della democrazia.Vogliono soltanto il potere e se ne infischiano della costituzione. Io ignoro qualsiasi cosa i repubblicani dicano. Purtroppo non abbiamo più un partito di opposizione che sostenga il nostro Paese".
Parole che la dicono lunga su come certi esponenti dem intendano la democrazia: gli unici titolari della democrazia liberale sono loro, gli avversari rappresentano una minaccia oppure, semplicemente, come ha espresso Dean a chiare lettere, non crederebbero nella forma di governo che tutela il principio liberale dei diritti individuali con quello democratico della sovranità popolare. C'è poi da chiedersi perché Matteo Salvini non dovrebbe credere alla democrazia e quali sarebbe la tesi alla base di quest'argomentazione. Ma Dean non si dilunga e passa ad altro. Piuttosto, come ammette l'ex governatore del Vermont, il partito democratico Usa è segnato da importanti divisioni interne, rispetto alle quali Joe Biden cerca di fare da mediatore. "Un altro problema - osserva - è che dentro al Partito Democratico americano esistono delle divisioni marcate tra progressisti e moderati. Entrambi gli schieramenti faticano a comprendere che senza un’unione d’intenti non si può vincere. Questo spiana la strada agli autocrati e sappiamo tutti cosa può succedere quando un’autocrazia soppianta una democrazia. La maggior parte degli americani vuole la sanità universale, delle scuole e delle autostrade migliori. I moderati possono votare eccome per questo tipo di proposte, perfino per la sanità pubblica, senza temere necessariamente la sconfitta" osserva.
Ma Dean ha una chiara visione anche dell'Unione europea. Secondo l'ex governatore dem, l’Ue, infatti, "sarà un leader globale nei prossimi decenni, come del resto voleva Obama. L’Europa deve cominciare ad assumersi le sue responsabilità e smetterla di aspettare le mosse degli Stati Uniti. Siete molto più avanzati di noi nelle leggi sul lavoro, sulle regolamentazioni ambientali e tecnologiche". Secondo Dean, inoltre, "la sfida più grande dell’Europa è trovare unità nell’Unione Europea. L’Ue è molto giovane e ha parecchio lavoro da fare per crescere.
E nel frattempo c’è Putin che fa il possibile per creare disordine al suo interno, mentendo continuamente e a quanto pare anche dirottando aerei civili". Chissà se la profezia di Howard Dean sull'Ue si concretizzerà oppure no. Certo è che le sue dichiarazioni tutt'altro che accomodanti sono destinate a far discutere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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