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La svolta: Londra considera i politici di Hamas terroristi

Fino ad oggi soltanto l'ala militare del movimento palestinese era considerata alla stregua di un gruppo terroristico, adesso il governo di Londra è pronto a includere nelle liste tutti gli affiliati

Londra pronta a inserire i politici di Hamas nelle liste dei terroristi

Stop alla distinzione tra ala militare e ala politica. Hamas, nella sua interezza, nei prossimi giorni potrebbe essere considerata gruppo terroristico dalla Gran Bretagna. La novità è stata confermata nelle scorse ore dal ministro dell'Interno di Sua Maestà, Priti Patel.

Fino ad oggi Londra ha sempre distinto tra l'ala militare e quella politica del movimento islamista palestinese. Soltanto la prima, già dal 2001, era inclusa nella lista dei movimenti terroristici. Al contrario, i politici legati ad Hamas era considerati come rappresentanti di un movimento ai vertici della Striscia di Gaza dal 2007.

Il prossimo 26 novembre nel parlamento britannico dovrebbe arrivare la proposta di legge con la quale tutti i membri di Hamas, a prescindere dal loro ruolo, saranno da considerare terroristi. La norma dovrebbe essere approvata senza particolari problemi, dal momento che è appoggiata dalla maggioranza guidata dal Partito Conservatore del premier Boris Johnson.

Quest'ultimo ha discusso con il suo omologo israeliano, Naftali Bennet, dello status in cui relegare Hamas nel corso della Cop26 di Glasgow terminata la settimana scorsa. I due, in particolare, oltre a ribadire l'importanza dei rapporti tra Gran Bretagna e Israele, hanno parlato della sicurezza nella regione. E in questa prospettiva, Johnson ha annunciato l'intenzione di includere anche i politici di Hamas nelle liste dei terroristi.

Bannet ha ovviamente espresso soddisfazione per la scelta. In Israele Hamas è da sempre considerata un'organizzazione terroristica e non esistono tra le parti, nonostante il movimento governi una fetta dei territori palestinesi, rapporti formali. La tregua ad esempio che nel maggio scorso ha posto fine all'escalation tra la Striscia di Gaza e Israele è stata mediata dall'Egitto.

Se il premier israeliano ha lanciato un plauso alla scelta di Londra, di verso opposto invece sono le reazioni arrivate dalle autorità palestinesi. Nonostante l'Anp, l'organo di autogoverno dei territori palestinesi, sia in mano ad Al Fatah, partito rivale di Hamas, fonti diplomatiche hanno espresso preoccupazione per la posizione della Gran Bretagna. Secondo l'Anp, in particolare, Londra rischia adesso di avere meno peso nella regione.

Oltre a Israele, fino ad oggi anche Stati Uniti e Unione Europea hanno considerato Hamas quale entità terroristica. Il gruppo, formatosi durante la prima intifada degli anni '80, ha coniugato la lotta per i territori palestinesi con gli ideali islamisti. È considerato infatti dall'Egitto quale parte integrante dei Fratelli Musulmani e come tale bandito da Il Cairo, nonostante i rapporti informali che esistono storicamente tra le parti.

Vittoriosa alle elezioni legislative del 2005, Hamas da allora ha avviato una difficile convivenza con Al Fatah. Tra i due partiti è nata una vera e propria guerra civile soprattutto nella Striscia di Gaza, culminata poi con l'avanzata di Hamas, movimento ancora oggi predominante in questo territorio.

I possibili effetti della scelta

La decisione di Londra, nelle intenzioni di Johnson, non dovrebbe avere solo effetti simbolici. Considerando il movimento alla stregua di un gruppo terroristico, chiunque lo inneggi o esalti i propri simboli rischia pene fino a 14 anni di galera. Inoltre dovrebbero in tal modo essere bloccate le donazioni ogni anno riversate sui conti di Hamas.

Dalla Gran Bretagna verso il movimento sono dirette ogni mese migliaia di Dollari da parte di gruppi di sostenitori. Il quotidiano israeliano Haaretz di recente ha mostrato come molte donazioni, partite dalla Malesia, raggiungano Hamas tramite banche turche ed enti benefici con sede a Londra.

Un flusso di denaro che adesso il governo britannico vorrebbe bloccare.

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