Guerra in Ucraina

La telefonata Putin-Macron: che cosa si sono detti...

Macron ha chiesto a Putin di cessare immediatamente l'avanzata delle sue truppe sul territorio ucraino. La versione del Cremlino: "Fornite spiegazioni approfondite su quanto accaduto nelle ultime ore"

La telefonata Putin-Macron: che cosa si sono detti...

Una telefonata per chiarire le ragioni delle azioni russe in Ucraina. Al termine di una giornata convulsa Emmanuel Macron e Vladimir Putin hanno avuto un colloquio durante il capo del Cremlino ha fornito alla controparte francese "approfondite spiegazioni" su quanto avvenuto nelle ultime ore. Francia e Russia hanno concordato di restare in contatto, e questo lascia presagire nuovi e imminenti colloqui.

Versioni contrastanti

La conversazione, ha specificato Mosca in una nota, ha avuto luoto su richiesta della parte francese. Questo è un particolare da non sottovalutare e che sottolinea due aspetti piuttosto importanti. Da una parte appare evidente il secondo tentativo di Macron di voler ricoprire il ruolo di mediatore europeo, dell'unico jolly capace di far desistere la Russia dalle sue intenzioni; dall'altra appare altrettanto palese la volontà russa di non voler dare l'impressione di essere titubante o insicura su quanto fin qui svolto.

Secondo quanto riportato dall'agenzia russa Tass, Putin ha intrattenuto un dialogo "serio e sincero" con il suo omologo francese e spiegato le circostanze che lo hanno portato ad effettuare un'operazione militare in Ucraina. Macron ha detto di aver chiesto al presidente russo di cessare immediatamente l'avanzata delle sue truppe sul territorio ucraino. Non sono filtrati ulteriori dettagli sul contenuto della telefonata tra i due leader. In ogni caso, il leader francese è stato il primo politico occidentale ad intrattenere un colloquio ufficiale con Putin. Nel pomeriggio, da uno studio dell'Eliseo, con le bandiere della Francia, dell'Ucraina e dell'Unione europea, Macron ha deplorato quello che ha considerato il "più grave oltraggio alla pace e alla stabilità in Europa" degli ultimi decenni.

In altre parole, Francia e Russia hanno dato versioni differenti. Per l'Eliseo "dopo aver parlato con il presidente ucraino, e in coordinamento con lui, il presidente (Macron) ha chiamato Vladimir Putin per chiedere l'interruzione immediata delle operazioni militari russe". Questo resoconto contrasta con quello fornito da Mosca. Secondo il Cremlino, i due leader hanno avuto un "serio e franco scambio di opinioni" sull'Ucraina e Putin ha fornito una spiegazione "esauriente" a Macron dei motivi per cui ha ordinato alle sue forze di entrare in Ucraina.

Il piano di Macron

È interessante analizzare la strategia attuata da Macron. Da settimane il capo dell'Eliseo sta cercando in tutti i modi di attivare i canali diplomatici per disinnescare la bomba ucraina. Lo scorso 8 febbraio, quindi ben prima che cominciasse l'invasione russa in Ucraina, Macron era volato a Mosca nel tentativo di avviare una complessa de-escalation delle tensioni. "Sono ragionevolmente ottimista ma non credo nei miracoli spontanei", aveva dichiarato il presidente francese appena atterrato nel gelo di Mosca. E in effetti l’ottimismo di Macron era stato subito spento dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, secondo il quale la situazione era troppo complessa per aspettarsi svolte decisive nel corso di un incontro.

Mai parole furono più decisive. Quello che Macron immaginava essere un confronto risolutore si è trasformato in un primo contatto diplomatico che niente ha potuto per le sorti della crisi ucraina. Macron aveva poi spiegato che quella discussione aveva permesso di far scattare proposte sulle quali ci sarebbero stati termini di convergenza tra Russia e Francia. Anche Putin aveva mostrato qualche timido spiraglio, spiegando che alcune idee presentate dal suo ospite in materia di sicurezza avrebbero potuto consentire di fare passi in comune verso una sorta di de-escalation. Alla fine Mosca ha comunque lanciato l'attacco contro l'Ucraina, e l'intervento di Macron si è rivelato poco utile alla causa. Adesso il leader francese è tornato a bussare alla porta del Cremlino.

Vedremo se la risposta sarà diversa.

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