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"È una sfida fra europeisti e populisti"

L'europarlamentare di Renew Europe, Sandro Gozi: "Con Macron, Ue più influente"

"È una sfida fra europeisti e populisti"

Sandro Gozi, europarlamentare di Renew Europe che è vicino ad Emmanuel Macron, sulle imminenti presidenziali francesi.

Onorevole Gozi, Macron sembra per la terza via tra neo-atlantismo e filo- putinismo. L'Europa dei popoli (come si diceva una volta) cammina sulle gambe di En Marche!?

"Emmanuel Macron rappresenta una terza via tra coloro che temono che l’Europa della difesa sia alternativa alla NATO e i populisti che cercano di distruggere l'Europa dall'interno. Vuole un’Europa sovrana e strategica, capace di agire laddove gli europei abbiano interesse o necessità di farlo. Tutto questo è complementare e anzi rafforza la stessa Alleanza atlantica. È la sua battaglia dal 2017. Non ha certo aspettato l'inizio della crisi del Covid o la guerra in Ucraina per sollevare queste questioni cruciali. Ecco perché nessuno meglio di lui incarna questa terza via''.


Si direbbe che lei sia un falco: è stato l'unico parlamentare italiano a firmare la lettera per l'inasprimento delle sanzioni alla Russia.

''Un falco non lo so. Ma quello che è certo è che se non rafforziamo le nostre sanzioni contro la Russia, i nostri sforzi diplomatici saranno vani. Non dobbiamo fermarci al carbone e al petrolio. Dobbiamo andare oltre e vietare anche le importazioni di gas russo, in modo che la Russia non possa più finanziare questa guerra folle. Allo stesso tempo dobbiamo continuare a sostenere anche militarmente la resistenza ucraina all'invasione russa''.

Sempre sulla scia di questa tematica, lei insiste nel domandare meccanismi di attenuazione delle sanzioni, a seconda di come venga colpito questo o quello Stato membro dell'Ue.

''Le sanzioni vanno rafforzate con urgenza, ma allo stesso tempo dobbiamo creare fondi comuni per mutualizzare i costi economici e energetici che graveranno sulle imprese e sulle famiglie europee, soprattutto per quei Paesi e settori industriali che avrebbero effettivamente molto più colpiti di altri. Dobbiamo dimostrare solidarietà ed unità europea. Abbiamo sperimentato questa solidarietà durante l'attuazione del Recovery Plan in seguito allo scoppio della crisi del Covid-19 e anche in occasione della Brexit. Abbiamo i mezzi e il metodo per farlo''.

Emmanuel Macron sembrava certo della vittoria. Poi i sondaggi hanno iniziato a raccontare una risalita di Marine Le Pen...

''È impossibile avere la certezza di una vittoria. Non esiste un’elezione vinta in partenza. Emmanuel Macron è alto nei sondaggi: ciò dimostra che i francesi riconoscono il lavoro che ha fatto durante i suoi 5 anni di presidenza. La crescita di Marine Le Pen si spiega con diversi fattori: le campagne di Valérie Pécresse e soprattutto di Eric Zemmour le hanno fatto da parafulmine e ora si stanno esaurendo. E il discorso populista di Le Pen si è affinato: nasconde con toni e modi più calmi i soliti contenuti populisti e antieuropei e l’assenza di qualsiasi cifra credibile nelle sue proposte economiche e sociali. Tanto da apparire la più moderata nell’estrema destra. Un chiaro inganno per gli elettori che dobbiamo denunciare e smascherare. Se non si parla più di disoccupazione, è perché Macron è stato capace di fare delle riforme per superarla. Votare per Macron è l'unico modo per garantire la continuità del buon lavoro fatto in Francia e in Europa''.

La pandemia prima e la guerra poi: l'Unione europea deve diventare una potenza compiuta, con tanto di Difesa comune e deve farlo con una certa fretta. Concorda?

''Ovviamente, questa è la sfida dei prossimi anni. Dobbiamo costruire un'Europa sovrana e democratica, per essere più autonomi e influenti in un mondo fatto ormai più da imperi, si pensi alla Cina o alla Russia, che di Stati nazionali. Le crisi che abbiamo attraversato negli ultimi anni ci hanno fatto aprire gli occhi circa quest'innegabile necessità. Oggi dobbiamo costruire un'Europa potenza: un cambiamento copernicano se pensiamo che l’Europa fu creata come antidoto all’uso delle potenze nazionaliste dopo due guerre civili europee, le guerre mondiali. Per questo è indispensabile attuare rapidamente la nuova strategia europea ma anche modificare i Trattati, per superare veti lentezze e paralisi soprattutto in politica estera e per creare un’Unione della difesa e dell’energia. Le elezioni nazionali sono quindi un momento cruciale. In tutta Europa dobbiamo mobilitarci per eleggere dei capi di governo ambiziosi e progressisti che si impegnino su queste priorità''.

Pare che Macron stia riuscendo a dialogare anche con l'elettorato conservatore: è una svolta di centro (se non di centrodestra?)

''La grande qualità di Macron è che parla a tutti. Ha sempre detto che gli interessa solo il collettivo. Ha fondato il movimento En Marche, definendolo ''di destra e di sinistra'', nel senso che vanno fatte le cose necessarie, senza etichette ideologiche, superando appunto le vecchie divisioni politiche. Questo è ancora vero oggi. Contano solo le idee e i risultati. Perché continuare a cercare di opporsi ai francesi quando si può riunirli? Questo è il cuore del suo pensiero politico. A lui si contrappongono estrema destra ed estrema sinistra, che comunque non metterei
sullo stesso piano''.

Cosa vi aspettate per domenica in termini di risultati?

''Ogni voto conta. Spero che il risultato sia buono come lo sono le nostre aspettative. Tutta l’Europa sta guardando. Questa è un'elezione assolutamente decisiva, storica, non solo per la Francia ma per tutta l’Ue''.

Con chi preferireste vedervela al secondo turno e perché.

''Intanto dobbiamo impegnarci al massimo affinché Macron vinca al primo turno. Poi inizia una partita, probabilmente contro Le Pen, in cui si confronteranno una visione repubblicana ed europeista contro una estremista, di chiusura e di divisione. Dovremo mobilitarci ancora di più affinché Macron vinca al secondo turno con una grande percentuale di voti. Se Le Pen avesse vinto nel 2017, la Francia sarebbe uscita dall’UE e oggi dalla NATO. Le Pen contro il Covid avrebbe usato la clorochina. E gli alleati della Francia sarebbero Putin e a Orbán, non Draghi e Scholz. Emmanuel Macron è riuscito a far brillare la Francia in Europa. Oggi è lui il leader che Kissinger dovrebbe chiamare se volesse parlare all’Europa. Deve continuare il suo lavoro. È l’unico a poter fermare il populismo e a poter guidare una profonda riforma europea.

Ecco perché la sua vittoria sarebbe un’ottima notizia anche per l’Italia''.

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