Marion Maréchal scarica la zia Marine per Zemmour: "Solo lui può battere Macron"

La nipote di Marine Le Pen ora scende in campo al fianco di Eric Zemmour per costruire "l'unione delle destre"

Marion Maréchal scarica la zia Marine per Zemmour: "Solo lui può battere Macron"

Parlando a fine gennaio ai microfoni di Cnews, rete conservatrice vicina all’universo nazionalista, Marine Le Pen non aveva nascosto la delusione per la possibile scelta della nipote Marion di non sostenere il Rassemblement National alle prossime presidenziali. "Per me è evidentemente una cosa brutale, violenta e difficile”, aveva detto la leader dei sovranisti francesi, ricordando il legame "particolare" che la lega alla figlia di sua sorella. "L’ho cresciuta assieme a lei durante i primi anni della sua vita", spiegava ai giornalisti.

Ma negli ultimi anni i rapporti tra le due si sono raffreddati a tal punto che l'apparizione di Marion Maréchal una settimana fa sul palco del teatro Zénith di Tolone, spalla a spalla con il candidato di Reconquête, Eric Zemmour, per molti non è stata una sorpresa. "L'appartenenza alla famiglia Le Pen non si traduce in un obbligo di fedeltà quasi genetico ad un partito", ci tiene a precisare la 32enne ex deputata che nel 2017 aveva detto addio alla politica, in polemica con il nuovo corso inaugurato da Marine Le Pen per il Front National, segnato dalla rottura con il padre Jean-Marie.

Il discorso pronunciato a Tolone davanti ai sostenitori del candidato di La Reconquête segna quindi una nuova discesa in campo per la piccola di casa Le Pen, che a 22 anni è diventata la più giovane parlamentare della Republique. "La mia scelta è un'adesione ideologica. – assicurava ai media francesi - Trovo che Eric Zemmour abbia molte posizioni che difendevo all'interno del Rassemblement National senza essere necessariamente ascoltata". "Non è stata una scelta facile", ha confidato Marion Marechal ai giornalisti francesi. Ma secondo la giovane politica Zemmour sarebbe il candidato di destra "meglio piazzato" nella corsa all’Eliseo.

In un’intervista con l’agenzia di stampa Agi chiarisce il perché. Zemmour, secondo Maréchal avrebbe già raggiunto "un risultato inedito" e cioè quello di riempire "l’enorme vuoto politico che gli elettori denunciavano ma di cui i leader e i dirigenti negavano l'esistenza" ponendosi a metà strada tra frontisti e repubblicani. Il giornalista, storica firma di Le Figaro, al suo esordio in politica è riuscito "ad attirare le classi medie e alte, ricomponendo la frattura sociale tra popolo ed èlite" e "mobilitando una parte di elettorato che si era rifugiato nell'astensionismo". Per questo l’erede di Jean-Marie Le Pen punta su di lui. E viceversa.

Non è una questione di sondaggi, ci tiene a sottolineare, ma di paradigma politico. Zemmour, afferma, "è riuscito a rompere il cordone sanitario imposto dalla sinistra, visto che dirigenti di primissimo piano dei repubblicani come Bellamy, Ciotti e Blanc hanno già dichiarato che in caso di ballottaggio tra Zemmour e Macron voteranno il primo, cosa mai riuscita al RN". "E soprattutto – continua Marechal - è riuscito a imporre nel dibattito pubblico dei temi molto sentiti dai francesi ma finora considerati tabù e censurati dai media".

Ora l’obiettivo è quello di unire la "destra patriottica" e costruire "una maggioranza parlamentare insieme agli eletti del Rassemblement National e dei Republicains". "Zemmour – ha aggiunto Marion Marechal - ha dichiarato che in caso di vittoria proporrà a Marine Le Pen di entrare nel suo governo. Coerentemente con l'obiettivo dell'Unione delle destre, nonostante la competizione elettorale non smette di tendere la mano alle altre forze presenti a destra". La nipote di Marine Le Pen è convinta che il leader di Reconquête possa farcela ad arrivare al secondo turno. "Il partito è nato soltanto tre mesi fa eppure ha già oltre centomila iscritti e fa eventi con migliaia e migliaia di persone in tutta la Francia. Qualcosa che non si vedeva più da diversi anni. Ed è il solo – sottolinea - ad avere un seguito entusiasta in questa campagna".

Battere Macron, però, non sarà facile. Ad ammetterlo è la stessa Marion: "La guerra in Ucraina ha oscurato totalmente il dibattito sul bilancio del quinquennio di Macron, sui suoi fallimenti e sulle conseguenze per la Francia e ciò sicuramente lo avvantaggia, motivo per il quale la sta appositamente strumentalizzando". "Così – va avanti Maréchal - spera di spingere molti elettori a non presentarsi ai seggi convinti che il risultato sia già deciso". Ed è proprio grazie al basso tasso di partecipazione alle urne che l’attuale capo dell’Eliseo è stato eletto nel 2017. "Un ulteriore aumento dell'astensione – avverte - aggraverà la crisi di legittimità politica già in atto nel nostro Paese a causa anche di un sistema elettorale che distorce completamente la rappresentanza partitica e popolare nel Parlamento, con il rischio di nuovi movimenti di protesta nel strade sul modello dei gilet gialli".

"Macron – attacca ancora parlando con l’Agi - ha fatto danni enormi alla Francia, non c'è mai stata così tanta immigrazione nel nostro territorio, l'insicurezza è esplosa, il debito pubblico pure, il deficit commerciale verso l'estero è a livelli record, e in tema di politica estera siamo stati ridicolizzati in Mali, in Libano e ora anche in Russia". Una "catastrofe politica" rispetto alla quale, dice, "non potevo restare spettatrice".

Infine, Marion, che è sposata con l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Vincenzo Sofo, vede nel centrodestra italiano un modello per il futuro della destra francese. "L'Italia – afferma - ha dimostrato che quando le destre sanno unirsi e fare sintesi, sono maggioranza nei paesi e possono non solo vincere le elezioni bensì essere un'alternativa concreta di governo". E non manca la stoccata alla zia Marine: "Se in Francia il Rassemblement National si ritrova nell'angolo è perché i loro vertici non hanno saputo ragionare in termini di alleanze preferendo trincerarsi dietro una presunzione di monopolio, finendo per congelare il voto di milioni di cittadini".

"Oggi Zemmour – conclude Marion - sta rappresentando ciò che Giorgia Meloni rappresenta in Italia: la volontà di costruire un fronte conservatore capace di attirare le diverse anime della destra, di non

rinunciare ai propri valori, alla propria identità e alle proprie battaglie ma al contempo di non limitarsi alla contestazione bensì di costruire un'offerta politica concreta e credibile per essere alternativa di governo".

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