Mentre gli sherpa di Regno Unito ed Unione Europea si incontrano nella capitale belga per un nuovo round di colloqui sulla Brexit, un'altra bufera si abbatte sul delicato processo di divorzio fra Londra e Bruxelles.
Sull'edizione odierna di Le Monde il capo negoziatore per la Ue Michel Barnier pubblica infatti un lungo intervento sui temi della difesa comune, mettendo in guardia la propria controparte britannica soprattutto per quello che riguarda la lotta contro il terrorismo.
Pur annunciando di essere pronto ad esaminare le condizioni per una convergenza fra la monarchia di Sua Maestà la Regina Elisabetta e l'Unione per quanto riguarda sicurezza e difesa, Barnier si è anche detto "tenuto a rispettare" la decisione dei cittadini del Regno Unito ed ha pertanto richiamato, con una certa durezza, tutte le conseguenze che la Brexit inevitabilmente comporterà in questi due campi.
Il ministro della Difesa di Londra, ha ricordato, non potrà più sedere al consiglio dei ministri della Difesa europei; il Regno Unito dovrà abbandonare l'Agenzia Europea di Difesa e l'Europol. Le ricerche strategiche britanniche in materia di difesa non potranno più contare sui fondi Ue e Londra non potrà più assumere il comando delle operazioni. Frasi che da un certo punto di vista sono la logica conseguenza di un voto popolare che ha sancito l'uscita del Regno dall'Unione e che pertanto appaiono quasi scontate, ma che comunque suscitano la preoccupazione della stampa britannica.
Più d'uno, a Londra, ha infatti interpretato questa uscita del capo-negoziatore per la Ue come una risposta alle (non troppo) velate minacce del premier britannico Theresa
May che a marzo era stata accusata di ricattare Bruxelles dopo che aveva esplicitamente subordinato l'efficienza nella cooperazione antiterrorismo al buon esito delle trattative sulla Brexit. Un gioco pericoloso che ora rischia di ritorcersele contro- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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