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Così il giornale dei radical chic sfrutta il lavoro degli immigrati

Le Monde, il giornale dei radical chic parigini, dovrebbe trasferirsi a breve in una nuova sede di zecca. Peccato che al lavoro ci siano operai africani sfruttati

La storica sede di Le Monde, a Parigi
La storica sede di Le Monde, a Parigi

Le Monde è il punto di riferimento della gauche parigina, il quotidiano dell'intellighenzia francese e di tutta la sinistra al caviale. Nelle prossime settimane il gruppo Le Monde si trasferirà nell'edificio futuristico progettato dallo studio norvegese di architettura Snohetta nei pressi della stazione d'Austerlitz, nel 13°arrondissement. La forma dell'immobile che ospiterà il gruppo editoriale progettato da Snohetta "riflette la relazione tra la presenza numerica e la presenza analogica dei media", ha spiegato a Le Monde, Kjetil Thorsen cofondatore dello studio di architettura, e "avrà una forma curva sposando quella delle sfere virtuali, invitando alla riflessione e alla discussione fra la trasparenza e l'opacità sull'appartenenza e l'esclusione".

Questo imponente edificio.ponte, ricorda Italia Oggi, sarà il segnale d'ingresso nel quartiere Parigi Rive Gauche, che sta subendo il più grande intervento di ristrutturazione della capitale francese mai effettuato da dieci anni a questa parte, con la costruzione anche della biblioteca François Mitterrand e l'istallazione della stazione F nella hall Freyssinet. Uno spettacolare e maestoso edificio all'avanguardia, dunque, che sarà sicuramente realizzato da operai altamente specializzati e ben pagati. O forse no. Come rivela Libero, infatti, le condizioni di lavoro della cinquantina di lavoratori africani che sta ultimando la costruzione della nuova sede di Le Monde sono ai limiti dello schiavismo. Gli operati, quasi tutti provenienti da Mali, Senegal, Guinea e Costa d'Avorio, vengono pagati solamente 40 euro al giorno, spesso lavorando ben oltre le sette ore di lavoro previste.

La cosa più grave è che anche la sicurezza lascia parecchio a desiderare. "Non abbiamo mascherine, non abbiamo guanti e non abbiamo gilet di sicurezza. A volte lavoriamo di notte per 40 euro e gli straordinari ci vengono pagati 5 euro all' ora. Tutto questo 7 giorni su 7 senza riposo domenica e lunedì. E se un giorno non veniamo, il capo minaccia di cacciarci. Siamo nel Ventunesimo secolo, lo schiavismo è finito", racconta a Libero Lamine Mohamed Touré, 26enne nato in Guinea e arrivano in Francia quattro anni fa. Per i sindacati non c'è storia: la responsabilità è di Le Monde, che si vanta tanto del nuovo edificio progettato da uno dei migliori studi di architettura del mondo ma se ne infischia altamente dei diritti dei lavoratori. "La responsabilità sociale è del Monde", ha sottolineato in una nota il sindacato Cnt-So. "Quest'impresa, Eiffage, non fornisce né la busta paga né l'equipaggiamento per lavorare in sicurezza. Si permette di fare questo perché sono dei sans-papiers. Sembra di vivere come tre, quattro secoli fa!".

Giovedì scorso i lavoratori inferociti per le loro condizioni precarie e irregolari hanno deciso di occupare la futura sede del giornale radical chic parigino. Ne è nato un incontro con Louis Dreyfus, presidente del direttorio di Le Monde, e i rappresentanti di Eiffage, Golden Clean, Cicad, dell'Ispettorato del lavoro e dei lavoratori, che hanno siglato un "protocollo di uscita dalla crisi". I lavoratori ora attendono risposte. Rimane però l'ipocrisia di fondo di un quotidiano che accusava i tempi non sospetti l'Italia di aver stipulato accordi con i trafficanti libici sulla pelle dei migranti; lo stesso giornale che raffigurava in una vignetta l'ex ministro dell'Interno

html">Matteo Salvini in costume da carnevale e "trafitto" da una barca di immigrati.

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