
C'è stato il terremoto, poi le violenze con oltre quaranta morti per la riforma della Costituzione, e adesso in Nepal si paventa un'altra minaccia: l'estremismo indù.
Una settimana fa, dopo che la nuova Costituzione del Paese aveva sentenziato il laicismo dello stato himalyano, tre ordigni erano stati fatti esplodere di fronte a delle chiese protestanti. Alcuni poliziotti feriti e sul posto degli attentati erano stati rinvenuti i volanti di Hindu Morcha Nepal. Un gruppo estremista indù che vuole che la Carta fondamentale dello stato dichiari che il Nepal è uno stato induista e non laico.
Agli attentati però in queste ultime ore sono subentrati dei comunicati che minacciano la comunità cristiana. Il gruppo ha infatti diramato un scritto nel quale esorta i missionari cristiani a lasciare il Paese e il tutto è sempre legato al testo della Costituzione. Alcuni passaggi della dichiarazione di Hindu Morcha Nepal recitano infatti: '' L'influenza straniera ha manipolato le decisioni del governo e i cristiani hanno corrotto il Paese''.
Lo scenario futuro che si prospetta quindi per i missionari e i fedeli cristiani sembra essere quello di doversi misurare con la decisione di gruppi fanatici di intraprendere la persecuzione confessionale e la lotta armata per raggiungere il proprio obiettivo: che il Nepal venga riconosciuto come uno stato induista.
Ovviamente l'ipotesi che questo cambio possa avvenire è priva di qualsiasi fondamento, non è scevro invece di pragmatiche analisi il timore che il piccolo stato, un tempo Mecca degli hippies, divenga il campo di
battaglia dell'ennesimo conflitto religioso. E così la paura è che il Nepal, che ha visto centinaia di vite finire sottoterra con il terremoto, ora rischi di assistere a un'ondata di morti sulla terra, a causa dell'odio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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