Arrestare Vladimir Putin per crimini di guerra non sarebbe solo una ipotesi buttata lì per mettere pressioni al presidente russo ma una eventualità concreta che potrebbe materializzarsi nel prossimo futuro. Di questo si è detto sicuro Cuno Tarfusser, magistrato italiano dal 2009 al 2019 giudice della Corte penale internazionale con sede all'Aia, che in una intervista rilasciata al Corriere della Sera ha spiegato che ad un mandato di cattura nei confronti di Putin e dei suoi generali si potrebbe arrivare entro la fine dell'anno in quanto "in questa guerra non bisogna andare lontano per individuare i responsabili e raccogliere le prove".
Tarfusser ha spiegato che in Ucraina "si commettono crimini di guerra ogni giorno". Ovviamente non bastano le parole. Perché per emttere un mandato di cattura internazionale è fondamentale raccogliere prove "genuine". E questo, ha spiegato ancora il magistrato, è una "cosa non facile in una situazione di conflitto aperto". Non va dimenticato che in queste settimane è risultato anche piuttosto complicato realizare dei corridoi umanitari per permettere ai civili di fuggire.
Eppure qualcosa si starebbe muovendo. Tarfusser ha annunciato che la squadra del procuratore generale della Cpi Karim Khan sta lavorando per raccogliere prove utili per l’incriminazione di Putin.
L’ex giudice della Cpi ha spiegato che se fosse nei panni del procuratore cercherebbe "innanzitutto le prove per pochi crimini”. Secondo Tarfusser l'attacco all'ospedale e al teatro di Mariupol, le fosse comuni e i civili uccisi nelle strade di Bucha basterebbero per un'incriminazione. Del resto, ha aggiunto il magistrato, "la Cpi non deve fare la storia".
Il terreno giuridico è scivoloso ma Tarfusser sa bene come muoversi. Anche lui ha firmato il mandato di cattura per il dittatore sudanese Omar al-Bashir, ricercato dalla Cpi per il genocidio in Darfur. "Ho tentato di farlo arrestare, le poche volte che è uscito dal suo Paese", ha spiegato il magistrato italiano. Bashir è stato arrestato nel suo Paese nel 2019 ma all'Aia non è arrivato in quanto la giurisdizione della Cpi, ha sottolineato ancora il Tarfusser, "è complementare a quella nazionale. Quindi se la Russia giudicasse seriamente Putin, la Cpi si farebbe da parte".
Il magistrato ha, poi, evidenziato se Putin fosse raggiunto da un mandato di cattura la sua capacità di muoversi sulla scena internazionale "diminuirebbe fortemente". Non si tratta di questioni strettamente politiche. L’ex giudice della Cpi ha ricordato che se il presidente russo andasse in uno dei 123 Paesi che hanno ratificato lo Statuto di Roma (che ha dato vita alla Cpi, ndr) rischierebbe l'arresto. "Per lui- ha aggiunto- anche solo questa possibilità rappresenterebbe un danno".
Infine, riguardo l'ipotesi di creare un tribunale Onu ad hoc come quelli per l'ex
Jugoslavia e il Ruanda Tarfusser si è mostrato piuttosto scettico: "Un discorso che non ha senso nel caso dell'Ucraina. Quei tribunali furono istituiti dal Consiglio di sicurezza, dove la Russia ha diritto di veto".
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