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Nessuna sorpresa per Navalny: confermata condanna a 9 anni

Il principale oppositore di Vladimir Putin sarà presto trasferito in un penitenziario di massima sicurezza

Nessuna sorpresa per Navalny: confermata condanna a 9 anni

Difficile immaginare un epilogo diverso, soprattutto nei giorni più caldi della guerra in Ucraina. Il tribunale di Mosca ha respinto il ricorso presentato da Alexei Navalny, condannato a nove anni di carcere per frode e oltraggio alla corte. Il giornalista e attivista sarà presto trasferito in un penitenziario di massima sicurezza.

I giudici hanno dunque confermato il verdetto del tribunale di Lefertovo dello scorso marzo, un processo farsa secondo l’Unione europea. Il fondatore del partito Russia del Futuro e della Fondazione anti-corruzione è stato sanzionato “per una frode su vasta scala, con l’appropriazione indebita di denaro da parte di un gruppo organizzato”. Secondo le autorità russe, avrebbe utilizzato milioni di rubli delle donazioni per “attività estremiste e bisogni personali”. La pena per oltraggio alla corte, invece, è legata ad alcuni insulti rivolti ad un giudice nel corso di un’udienza.

Sopravvissuto nell’agosto 2020 ad un avvelenamento da Novichok, Navalny è rientrato in Russia nel gennaio 2021 ed è stato subito arrestato. In precedenza fissata a 2 anni e 8 mesi, la condanna è salita a 9 anni nel processo di due mesi fa. L’attivista è considerato la nemesi di Putin ed è diventato famoso in tutta la Russia per le sue inchieste sulla corruzione dei potenti. Il 45enne ha costruito un mini-impero digitale, al punto da mettere in difficoltà la macchina della propaganda del Cremlino. Ogni contrattacco degli uomini di Putin, infatti, non ha fatto altro che rinforzarne la fama e confermare la validità delle inchieste.

La repressione russa nei confronti di Navalny e dei suoi collaboratori prosegue senza sosta, come confermato pochi giorni fa dai nuovi mandati d’arresto emessi dal tribunale Basmanny nei confronti di quattro fedelissimi dell’avvocato di Butyn’.

Nel mirino delle autorità Ivan Zhdanov (ex direttore della Fondazione anti-corruzione), Lyubov Sobol (avvocato), Vyacheslav Gimadi (avvocato) e Leonid Volkov (ex coordinatore degli uffici regionali di Navalny): l'accusa nei confronti degli oppositori è quella di"creazione di un gruppo estremista”.

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