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Omofobia e immigrati: il cortocircuito della sinistra

In un nuovo saggio intitolato Occidente Infedele edito da Leg Edizioni, il giornalista francese Jean Birnbaum spiega le contraddizioni della sinistra su omofobia e islam

Omofobia e immigrati: il cortocircuito della sinistra

Sulla tema dell'omofobia o del rispetto verso le donne e dei diritti umani in generale, la sinistra va in costante cortocircuito ideologico. Soprattutto se a dimostrare intolleranza verso gli omosessuali o altri atteggiamenti sono gruppi di immigrati, magari di fede islamica. Come spiega sull'autorevole Foreign Affairs Rafaela Dancygier, professoressa presso la Princeton University, il problema centrale per la sinistra europea è questo: i gruppi di elettori immigrati più grandi e in rapida crescita provengono da paesi a maggioranza musulmana e spesso portano con sé le tradizioni socialmente conservatrici delle loro terre d'origine. Questo avviene, spiega Dancygier, "proprio quando i partiti di sinistra si sono proclamati campioni di laicismo, cosmopolitismo e femminismo appellandosi alla loro base della classe media sempre più liberal. Il risultato è uno scontro di valori, che si svolge più spesso nelle città, dove le comunità musulmane hanno replicato i legami del villaggio, le strutture patriarcali e le pratiche religiose dei loro paesi d'origine accanto a enclave laiche e progressiste della classe media". Basti pensare che a Bruxelles, per fare solo un esempio, oltre l'80% dei musulmani pensa che le donne dovrebbero lavorare meno "per il bene della propria famiglia", mentre solo il 37% dei non musulmani è d'accordo.

La sinistra dunque è finita in una trappola ideologica: vuole i voti delle minoranze e degli immigrati per sopravvivere, ma questi ultimi sono tendenzialmente conservatori - spesso in senso islamico - o comunque portano in Europa le tradizioni dei loro Paesi di origini che non hanno nulla a che fare con l'ideologica liberal, pro-Lgbt e cosmopolita della sinistra progressista moderna. In un nuovo saggio intitolato Occidente Infedele edito da Leg Edizioni, il giornalista francese Jean Birnbaum - già autore di Musulmani di tutto il mondo, unitevi! La sinistra di fronte all'islam - ha raccontato in maniera efficace tutte le ipocrisie della sinistra liberal su questo tema. Gli uomini che attaccano l'Occidente per distruggerne l'imperialismo opprimente, si legge nella scheda del libro, le democrazie ipocrite, i costumi decadenti, se la prendono con istituzioni e valori che anche noi abbiamo spesso criticato, a volte duramente. Ma colpiscono anche, adesso è chiaro, qualcosa a cui teniamo, un insieme di libertà, costumi e gesti inventati nel corso dei secoli.

Come spiega lo stesso Birnbaum su La Verità, secondo l'intellighénzia di sinistra, le campagne Lgbt causerebbero le esasperazione dei giovani immigrati che finora avrebbero ignorato l'omofobia, mentre l' attivismo delle femministe provoca la loro radicalizzazione machista, opinione condivisa anche da Houria Bouteldja in una nota riassuntiva: "Le società del Sud rispondono all'internazionale gay scatenando un odio contro gli omosessuali che prima non esisteva o facendo riemergere una preesistente omofobia, al femminismo imperialista rispondono con un inasprimento del patriarcato e una recrudescenza delle violenze contro le donne, all'umanesimo bianco e alle lobbies dei diritti umani con un rifiuto dell'universalismo bianco alle forme d' ingerenza da parte dell'Occidente, così numerose che sarebbe noioso elencarle tutte, rispondono con una crescente ostilità. Ecco perché nei quartieri popolari si reagisce all' omorazzialismo con un machismo identitario e un' omofobia crescente. Per quanto brutte siano le reazioni, hanno un motivo comune: una feroce resistenza all'imperialismo occidentale e bianco..".

Insomma, la musica è sempre la stessa: per la sinistra se esiste l'intolleranza verso gli omosessuali, è solo colpa dell'Occidente bianco. Se le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini, è colpa del colonialismo. Addirittura, come spiega Birnbaum, secondo Joseph Massad, professore alla Columbia, è stato l' Occidente a inventare l' opposizione binaria tra sessualità "normali" e sessualità "devianti", tra "eterosessualità" e "omosessualità"; queste categorie, secondo il professore, non significavano nulla nel mondo arabo e musulmano tradizionale, dove gli abbracci tra uomini e le esperienze omoerotiche erano comuni, senza che fosse necessario etichettarle. In buona sostanza, se in Oriente esiste l'omofobia, è perché l'Occidente l'ha creata.

Come nota Federico Rampini nel suo La notte della sinistra (Mondadori), c'è un vizio che perseguita noi occidentali: quello di credere che siamo l'ombelico del mondo. "Ovverosia, nella versiona politically correct, dal dogma per cui ogni sofferenza dell'umanità contemporanea si deve ricondurre alle colpe dell'Occidente, dell'uomo bianco. Basta scavare bene, seguire le piste giuste, rispolverare le dietrologie adeguate, e alla fine spuntiamo sempre noi, il nostro colonialismo, il nostro imperialismo, il nostro capitalismo. Solo espiare le nostre colpe può appagare una sinistra che non apre mai i libri di storia"..

Questo spiega l'ipocrisia della sinistra politicamente corretta su questi temi: estremamente tollerante e accondiscendente nei confronti dei migranti o del mondo islamico - ignorando i pericoli dell'islamismo radicale - inflessibile verso l'uomo bianco occidentale.

I campioni di cosmopolitismo e diritti umani cambiano atteggiamento a seconda di chi si ritrovano davanti.

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