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Parla uno dei cervelli della Nasa, ecco cosa sta cambiando

La Nasa ha in serbo "meraviglie" che cambieranno i viaggi spaziali e la nostra vita. Ad annunciarlo è uno dei cervelli dell'agenzia spaziale americana che ha portato l'uomo sulla Luna, e si sta preparando a rifarlo.

Parla uno dei cervelli della Nasa, ecco cosa sta cambiando

I viaggi stellari come li conosciamo, o meglio, come non li conosceremo mai abbastanza, stanno per cambiare volto come la nostra vita. Ad annunciarlo è stato uno dei "cervelloni" della Nasa: il responsabile del trasferimento tecnologico dell'agenzia spaziale americana che cinquant'anni fa ha portato l'uomo sulla Luna, e ora si sta preparando a rifarlo.

I nuovi brand spaziali come Space X e Blue Origin sono pronti a sdoganare i viaggi nello spazio prefiggendosi obiettivi audaci come quello di "colinizzare Marte", secondo Elon Musk, ma tutto questo non sarebbe possibile se la Nasa non avesse fornito loro il suo fondamentale know how. E se oggi i nuovi avventori dei viaggi stellari realizzano razzi a costo ridotto con implementazioni tecnologiche "all'avanguardia" che promettono viaggi stellari e colonie su altri pianeti, il merito è tutto della divisione che fa capo a Daniel Lockney e gestiste le proprietà intellettuali dell'agenzia: la Technology Transfer Program Executive con sede a Washington DC .

"Noi siamo il maestro, la guida" di chi guarda allo spazio e al futuro, del resto "chi altro ha portato 12 esseri umani sulla Luna?". La domanda è retorica, perché si voglia crederlo o no, solo la Nasa ci è riuscita, e tutto per merito della sua conoscenza e delle sue avveniristiche tecnologie. Le stesse che, pian piano, hanno "invaso" la nostra vita quotidiana, venendo impiegati per svolgere missioni un po' meno affascinanti ma essenziali nella nostra vita di tutti i giorni: magari nelle industrie, nei nostri personal computer o addirittura nei supermercati. Si tratti di materiali ultra resistenti o ultraleggeri, software e robot, molte delle migliori invenzioni cui la moderna tecnologia ci ha dotati sono passate prima per l'agenzia spaziale a stelle e strisce; che le ha impiegate nelle sue missioni di esplorazione spaziale, prima di concederle all'uso civile, rendendole parte della nostra vita quotidiana. E non parliamo solo della famosa penna "Fisher" che usavano gli astronauti dell'Apollo 11 per le loro annotazioni, o del noto cronografo SpeedMaster dell'Omega; ma delle mini-fotocamere installate nei nostri smartphone. "Ecco un esempio dell'eredità tecnologica del Programma Apollo" ha svelato Lockney.

"Difficile scegliere. Sarebbe come dire qual è il proprio figlio preferito" ha detto quando gli è stato domandato durante l'Expoforum New Space Economy quale fosse l'eredità più straordinaria che il programma Apollo ha concesso al mondo. Basti sapere, però, che sono ben 119 i brevetti targati Nasa "commercializzati" solo nell'ultimo anno. Idee e oggetti di ogni tipo: dai sensori biometrici per uso medico, alle batterie destinate agli aerei che non necessiteranno di combustibile, dai detector che segnalare minime perdite di gas ai purificatori d'aria; e poi ancora, sistemi robotizzati e apparati per la trasmissione laser, software da impiegare nell'industria. Tutto custodito nel programma Spinoff, che si prefigge come obiettivo quello di "beneficiare la società". Perché la Nasa non sviluppa solo "sensori studiati per la riduzione delle vibrazioni dei razzi alla partenza", quando si accorge che sono "utili" anche per il monitoraggio antisismico dei grattacieli, fa anche quello. E lo stesso vale per i "brevetti" destinati alla "decontaminazione dei suoli e dell'acqua e alla purificazione dell'aria". Sulle navicelle spaziali come sul nostro pianeta, se serve. "Si tratta di procedure nate per lo spazio che vengono riportate sulla Terra e, tra l' altro, ci aiuteranno anche a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici", ha spiegato l'uomo della Nasa; rivelando l'esistenza di attuali "progetti" per "l'uomo nello spazio si trasformerà anche in avanzate terapie anti-invecchiamento e in raffinati protocolli per la protezione ambientale".

Queste rivelazioni, lasciano immaginare quale tecnologia avveniristica sia oggi al vaglio dell'agenzia spaziale americana, e come presto o tardi potrebbe entrare a far parte della nostra vita. Per adesso, chi lo avrebbe mai detto che quando ci scattiamo un selfie è anche merito della Nasa?

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