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Pedofilia nella Chiesa, nuovo dossier alle Hawaii

Cinquanta dettagliate pagine descrivono gli abusi sessuali sui minori praticati nella diocesi di Honolulu, che copre l'intero stato delle Hawaii

Pedofilia nella Chiesa, nuovo dossier alle Hawaii

In merito ai casi di pedofilia negli Stati Uniti, una nuova relazione sugli abusi sessuali sui minori perpetrati nella diocesi di Honolulu, che copre l'intero stato delle Hawaii, è stata diffusa dai sostenitori delle vittime degli abusi.

Attraverso cinquanta dettagliate pagine, curate dallo studio legale Jeff Anderson & Associati del Minnesota, sono descritti i motivi principali per i quali la diocesi non è riuscita a proteggere i bambini e viene fornito un elenco degli accusati del clero, con tutti i nomi, spesso affiancati dalle loro foto, le schede che descrivono le accuse di abusi e la cronologia delle loro assegnazione ministeriali.

Il rapporto dello studio legale è arrivato quando le Hawaii hanno aperto una finestra biennale, per i sopravvissuti agli abusi, per presentare una causa civile contro i loro abusatori e le istituzioni che li hanno protetti.

In una conferenza stampa che ha accompagnato la pubblicazione del rapporto l'avvocato Mark Gallagher, affiliato dello studio Anderson con sede a Honolulu, ha spiegato quello che la relazione definisce "una storia orribile che ha esposto i bambini nelle loro scuole e parrocchie ai sexual abusers".

In pratica la chiesa delle Hawaii era più preoccupata della propria reputazione che della protezione dei bambini. La leadership cattolica non agiva quando era segnalato un abuso e i casi di abuso o di pedofilia sono stati trattati come questioni di giurisdizione ecclesiastica piuttosto che come reati.

Altri due fattori hanno reso unico il caso Hawaii, secondo il rapporto. In primo luogo, il defunto Joseph Ferrario, che prestò servizio come sacerdote sulpiziano nella diocesi a partire dal 1957 e come vescovo dal 1982 al 1993, fu lui stesso un abusatore.

"Era stato un problema per un certo numero di anni, eppure è stato elevato alla posizione di vescovo", ha detto Gallagher, aggiungendo che "nulla di significativo è mai stato fatto" a causa della cultura della segretezza che vigeva nella chiesa delle Hawaii.

In secondo luogo, la diocesi era diventata una "discarica di chierici in difficoltà al di fuori dell’isola", ha detto Gallagher, abusatori che sono stati spediti alle Hawaii perchè "la geografia, la posizione e l'isolamento unici delle isole hawaiane hanno creato un ambiente che proteggeva coloro che abusavano dei bambini, permettendo loro di prosperare a spese dei bambini stessi", come afferma il rapporto.

Oltre ai profili dei sacerdoti accusati degli abusi, il rapporto include anche un testo del 2015, a cura del domenicano Padre Thomas Doyle, un canonista che ha lavorato come segretario presso l'ambasciata vaticana a Washington, in alcuni anni della decade degli '80 del secolo scorso, ed era stato coinvolto nel processo di vagliare i nuovi vescovi quando sorgevano posti vacanti.

Nel 1981, dopo il ritiro del precedente vescovo, il delegato apostolico negli Stati Uniti iniziò il solito processo di ricerca di un sostituto e fu allertato da varie accuse di cattiva condotta sessuale nei confronti di Ferrario che furono trasmesse al Vaticano.

"Il Vaticano è stato informato che c'erano serie accuse contro Ferrario, non solo di comportamenti omosessuale con uomini, ma anche con ragazzi", ha scritto Doyle nel suo rapporto. Ma in Vaticano "hanno scelto di ignorare gli avvertimenti e hanno nominato Ferrario come vescovo".

Anche il senatore statale delle Hawaii Maile S. L. Shimabukuro, lo sponsor principale della legislazione che ha aperto la nuova finestra di segnalazione, ha partecipato alla conferenza stampa. "Spero che quelli là fuori che ci guardano abbiano il coraggio di farsi avanti se sono stati vittime di abusi sessuali", ha detto. "Ora c’è tempo fino ad aprile 2020 per presentare un reclamo civile".

Questa non è la prima volta che le Hawaii hanno aperto una finestra retroattiva, per le vittime di abusi sessuali su minori e di atti di pedofilia, per presentare cause civili contro i loro abusatori e le istituzioni che hanno contribuito a coprirle. Opportunità simili sono state offerte dal 2012 al 2016.

Con Papa Benedetto XVI la Chiesa si è mobilitata fortemente per fare emergere sia i casi di abusi su minori che quelli di vera e propria pedofilia praticati da parte dei chierici.

Il lavoro continua sotto l’attuale pontificato di Papa Francesco.

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