«Adéu Madrid!», « Addio Madrid!»: l'indipendentismo catalano sta marciando con sempre maggiore forza, la spinta del sogno del Catalogna libera dal centralismo castigliano sta plasmando la regione di Barcellona, che si prepara alle elezioni regionali del 27 settembre con l'enfasi dell'orgoglio e il pragmatismo del cambiamento.
A settembre andranno in scena le elezioni regionali e a presentarsi come favorita è la lista Junts pel SI. Una coalizione politica indipendentista che comprende la destra di Convergència Democràtica de Catalunya e la sinistra di Esquerra Republicana de Catalunya e che, stando ai sondaggi, è vista come grande favorita in grado di ottenere la maggioranza assoluta al Parlamento Catalano. Se da Madrid quindi il premier spagnolo Mariano Rajoy continua a vociare che la Catalogna non sarà mai indipendente, a Barcellona invece le idee e gli obiettivi sono ben diversi.
In una città pervasa da un lirismo identitario riflesso nel tripudio di Estelada (bandiera nazionale catalana ndr) che sventola nei locali del Barrio Gotico, come sui balconi delle case private, e dove la lingua catalana sta prendendo sempre più la sua rivincita sul castigliano, la coalizione Junts pel Sì ha dichiarato che in caso di vittoria, in sei mesi, verrà proclamata la secessione. E a sposare questo partito c'è anche uno dei volti più amati dal popolo catalano: Pep Guardiola.
L'ex tecnico del Barça infatti si è candidato nelle liste del gruppo. Una decisione che ha l'eleganza di un tocco di rabona, visto che l'ex mister blaugrana ha dichiarato di non accettare il seggio in caso di elezione e che la sua è una candidatura simbolica; l'allenatore ha infatti deciso di candidarsi al 135esimo e ultimo posto. Ma, al contempo, è un gesto che, nei confronti di Madrid, ha la stessa potenza del 5 a 0 inferto dai suoi uomini ai blancos nel 2010. L'allenatore che sulla panchina del Barcellona ha vinto 14 coppe, di cui 2 Champion's e tre Liga, è l'icona di un legame a doppio filo tra il club calcistico e la volontà di indipendenza del popolo catalano e la decisione di scendere in campo in prima persona per la causa della sua Terra é solo un motivo di forza per la coalizione.
Già altre figure di spicco del Camp Nou avevano espresso il proprio sentimento e credo indipendentista, ma Pep rimane un emblema intramontabile e il suo ricordo in terra catalana é vivido quanto lo striscione gigante calato il giorno del suo addio al Camp Nou, che così recitava «T' estimem Pep!», con accanto
la storica frase della società blaugrana ”Mes que un club!”. E se il Barça è più che un club, Barcellona è più che una città e a settembre avrà l'occasione di dimostrarlo, non solo sul campo di calcio ma anche alle urne.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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