Guerra in Ucraina

Un colpo alla strategia di Putin: perché il ponte è vitale per Mosca

La struttura colpita oggi è vitale per i russi, sia in ambito strategico che militare. Da qui l'irritazione del Cremlino per l'attacco subito

Un colpo alla strategia di Putin: perché il ponte è vitale per Mosca

Attraversare tramite un ponte lo stretto di Kerch ha sempre rappresentato una delle ambizioni più importanti dei vari popoli che si sono alternati in Crimea. Un po' come per il ponte sul Golfo di Corinto in Grecia, il ponte di Sabbioncello in Croazia o il ponte sullo stretto di Messina in Italia, l'opera è una di quelle destinate a far discutere per anni.

La volontà di unire la città di Kerch con la Russia continentale travalica e di molto i confini dell'era Putin. Ci avevano provato gli inglesi nel 1870, nell'ambito del progetto (poi mai realizzato) della linea ferroviaria tra l'Inghilterra e l'India. Aveva rimesso mano all'idea lo Zar Nicola II nel 1903, rinunciando per via della dispendiosa guerra con il Giappone. Persino Hitler, durante l'occupazione della Crimea, aveva ordinato la costruzione di un ponte tra Kerch e la penisola di Tamal.

A riuscire nell'impresa però sarà, nel maggio del 2018,Vladimir Putin. L'imponente cerimonia di inaugurazione, trasmessa in diretta televisiva, ha dato il senso dell'importanza rivestita dalla costruzione del ponte. Se allora è stata definita storica l'apertura del viadotto, l'attacco subito oggi dall'opera è quindi altrettanto storico. Seppur in un verso completamente diverso. Quelle campate cadute in acqua nelle scorse ore esprimono, in qualche modo, le gravi e grandi difficoltà di Mosca in questa precisa fase.

L'importanza strategica del ponte

Le immagini del presidente russo che sale a bordo di un tir e si mette direttamente al volante nel giorno dell'inaugurazione, hanno fatto il giro del mondo. E nelle propaganda del Cremlino sono servite a una grande prova di forza. Non solo infatti la Russia era riuscita a collegare le estremità dello stretto di Kerch, ma aveva anche centrato un obiettivo importante per il Cremlino: unire la Crimea con il territorio della federazione.

Del ponte infatti si era tornato a parlare nel 2010, quando l'allora presidente ucraino Viktor Yanukovich aveva siglato un protocollo d'intesa con Dmitry Medvedev, all'epoca primo ministro russo. L'accordo riguardava per l'appunto un progetto in comune tra Kiev e Mosca per l'attraversamento del Kerch.

Poi la storia ha preso un'altra piega. L'Ucraina nel 2014 ha virato vistosamente verso occidente dopo la rivoluzione di Piazza Maidan, Yanukovich è stato defenestrato e lo stretto di Kerch ha rischiato di trasformarsi per Mosca in un confine invalicabile. Putin ha quindi lavorato per annettere la Crimea e la penisola, dopo un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale, dal marzo 2014 è diventata parte integrante del territorio russo.

Da subito è emerso però un problema. La Crimea è sì una penisola, ma con l'annessione era a tutti gli effetti isolata. I suoi collegamenti terrestri non erano con la Russia, bensì con la regione ucraine di Kherson. E ovviamente Kiev di rendere flessibili i confini per il movimento di merci e persone non ne ha voluto sapere.

L'unico collegamento con la Russia era quello via mare, tramite i traghetti. Questo ha provocato non pochi problemi economici alla Crimea. Così come ha rappresentato un'insidia strategica di non poco conto per la Russia. Via mare era impossibile inviare mezzi e soldati nella penisola. Da qui l'idea di rispolverare il progetto del 2010 e realizzare il ponte atteso da decenni.

Perché Putin ha investito così tanto sull'opera

Il ponte di Kerch è costato più di tre miliardi di Euro. Considerando le sanzioni economiche e lo sforzo russo sostenuto per ospitare nel 2018 i mondiali di calcio, l'esborso di denaro è stato davvero importante.

In ballo però c'erano molti obiettivi. Ovviamente il prestigio: il ponte, come detto, era atteso da secoli e l'opera sembrava destinata a cadere nel dimenticatoio. C'era anche il discorso relativo all'economia della Crimea: con il nuovo viadotto, sarebbe finito l'isolamento della penisola. Condizione più che mai importante per lo sviluppo e per non temere l'emersione di gruppi anti Mosca. C'erano anche obiettivi più marcatamente propagandistici: la Russia, nonostante le sanzioni, era ancora in grado di costruire opere all'avanguardia.

Ma, su tutti, il principale obiettivo era quello strategico. Putin non poteva permettersi di non avere collegamenti terrestri con la Crimea. Significava gestire un'isola sul Mar Nero e non invece un territorio organico alla federazione e importante per gli equilibri politici dell'area. Costruendo il ponte, il Cremlino ha voluto dotare la penisola del cordone di collegamento con il resto della Russia. In questa maniera, Mosca ha lanciato un segnale sia all'Ucraina che all'Europa e agli Stati Uniti: la Crimea era russa e come tale doveva essere considerata.

Probabilmente senza il ponte di Kerch l'avanzata nel sud dell'Ucraina, iniziata il 24 febbraio, non avrebbe visto la luce. A testimonianza dell'importanza strategica del ponte, vi è il fatto che, con altrettante probabilità, i danni subiti dall'attacco renderanno più difficile per Mosca la difesa dei territori occupati.

E, forse, della stessa Crimea.

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