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"Ci vorranno 200 miliardi". Il piano Ue per l'indipendenza energetica

Il programma Repower Eu prevede investimenti extra fino al 2027 pari a 195 miliardi di euro. Così l'Europa proverà a smarcarsi dalla Russia

"Ci vorranno 200 miliardi". Il piano Ue per l'indipendenza energetica

Per raggiungere l’indipendenza energetica dalla Russia, l’Unione europea dovrà spendere circa 200 miliardi di euro da qui ai prossimi 5 anni. Ecco il quadro che emerge dai piani Ue svelati dal Financial Times, secondo cui il programma Repower Eu della Commissione europea prevede investimenti extra fino al 2027 pari a 195 miliardi di euro, in aggiunta all’aumento di spesa per la riduzione delle emissioni.

Il costo dell'operazione

Piccola premessa: in mezzo ai tumulti generati dalla guerra in Ucraina e alle sanzioni contro Mosca, l’Ue dovrà anche ridurre il consumo di energia più di quanto si pensasse in precedenza per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di zero emissioni nette di carbonio entro il 2050.

Detto ciò, le proposte per recidere il cordone ombelicale energetico di Bruxelles con la Russia dovrebbero essere pubblicate la prossima settimana, quando i leader dell’Unione europea cercheranno di capire come smarcare le rispettive economie dal petrolio e dal gas russi. Dal canto suo, la Commissione ha già affermato di ritenere che l'Ue potrebbe ridurre di due terzi le importazioni di gas russe quest'anno, esortando gli Stati membri a rifornire i loro impianti di stoccaggio di gas prima del prossimo inverno.

Ricordiamo che la stessa Commissione sta cercando l'approvazione degli Stati membri per varare un sesto pacchetto di sanzioni, compreso un embargo graduale sul petrolio russo da attuare già nel corso di quest’anno. Le misure sono state tuttavia bloccate dall'opposizione dell'Ungheria, a causa dell’elevata dipendenza energetica di Budapest dal petrolio russo.

Le proposte dell’Ue

In generale, sempre secondo le indiscrezioni filtrate nelle ultime ore, possiamo dire che le proposte dell’Ue mirano a "ridurre rapidamente la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi facendo avanzare rapidamente la transizione pulita e unendo le forze per ottenere un sistema energetico più resiliente e una vera Unione dell'energia", afferma la bozza della Commissione, anticipata dal FT. Nel piano è prevista una riduzione del 13 per cento dei consumi energetici entro il 2030, rispetto a un 9 per cento della precedente proposta di direttiva sull'efficienza energetica.

Per il resto, Bruxelles sta anche cercando di accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, puntando a che le rinnovabili coprano il 45% di tutta la domanda di energia entro il 2030, rispetto all'obiettivo fino ad ora del 40%. Il documento definisce inoltre una strategia per accelerare l'installazione di capacità solare fotovoltaica entro il 2028 a più del doppio del livello odierno, e prevede un maggiore utilizzo delle pompe di calore, dell'energia geotermica e solare.

Idrogeno, biometano e rinnovabili

La Commissione punta, poi, all’aumento dell'uso dell'idrogeno con 20 milioni di tonnellate di idrogeno generato da fonti rinnovabili entro il 2030, metà delle quali importate. La bozza di strategia energetica internazionale propone quindi tre "corridoi di importazione dell'idrogeno" attraverso il Mediterraneo, il Mare del Nord e, infine, l'Ucraina. La strategia si basa anche su un maggiore utilizzo di biometano a un costo di 36 miliardi di euro.

Il comunicato finale, che richiederebbe modifiche a diverse direttive dell'Ue, potrebbe essere rivisto prima del 18 maggio, quando verrà pubblicato insieme alle proposte per potenziare l'idrogeno e le energie rinnovabili.

Queste ultime proposte dovrebbero includere l'allentamento delle normative ambientali così da consentire alle aziende dell'Ue di realizzare progetti eolici e solari senza la necessità di una valutazione dell'impatto sull'ambiente.

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