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Il Parlamento greco approva il terzo piano di salvataggio

Dopo il sì del parlamento greco, arriva il semaforo verde da Bruxelles. Junker: "Atene resta nell'euro"

Il Parlamento greco approva il terzo piano di salvataggio

Al termine di un dibattito protrattosi per ore, il parlamento di Atene ha approvato il terzo pacchetto di aiuti alla Grecia concordato dal governo di Alexis Tsipras e dai creditori internazionali. L’accordo è stato approvato con 222 voti a favore, 64 contrari e 11 astenuti. Il Parlamento greco ha così approvato stamani il ddl sul terzo memorandum per il salvataggio del Paese concordato martedì scorso dal governo di Atene con i creditori della Grecia. Il voto sblocca così aiuti per 85 miliardi di euro. L’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha votato contro il nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia. Intervenendo in aula prima del voto, l’ex titolare delle Finanze aveva annunciato di non poter esprimere il proprio appoggio al nuovo piano di salvataggio.
Rispondendo a critiche indirette sul suo operato nei mesi di trattative con i creditori, Varoufakis ha detto di sentirsi molto orgoglioso "per aver dato a molti greci durante i cinque mesi di negoziato speranza e coraggio".
Dichiarazioni che hanno suscitato commenti ironici di alcuni deputati, si legge sul sito di Focus. "È per questo che avete chiuso le banche?", ha chiesto qualcuno. Varoufakis - che nei giorni scorsi aveva detto che, a suo parere, il terzo pacchetto "non funzionerà" - ha quindi aggiunto che qualora il premier Alexis Tsipras lo volesse, lui rinuncerebbe al suo seggio in parlamento.

Giornata cruciale per il futuro della Grecia. La parola poi è passata all’Eurogruppo, che riunito Bruxelles ha analizzato il piano. Dopo circa 6 ore di vertice, l'Eurogruppo ha dato luce verde al piano. Superate per il momento le critiche della Germania.

Nei giorni scorsi Berlino ha chiesto ad Atene di accettare un prestito ponte che consenta una negoziazione più accurata del nuovo piano di salvataggio, considerato da Berlino "insufficiente".

Sono tre le sue principali obiezioni: la sostenibilità del debito greco, i possibili rinvii alle riforme e il ruolo del Fmi, che nei due precedenti salvataggi ha affiancato Bruxelles negli aiuti.

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