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Confini chiusi e respingimenti: il piano tedesco per l'Europa

Contro il piano Seehofer, basato su maggiori controlli lungo i confini europei e sui respingimenti dei migranti alla frontiera Ue, ci sono le ong

Confini chiusi e respingimenti: il piano tedesco per l'Europa

Il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, ha di recente esposto il progetto di riforma delle politiche migratorie Ue che la Germania dovrebbe attuare nel corso della propria imminente presidenza di turno in Europa. Il governo di Berlino si appresta infatti, il primo luglio, a ricoprire la guida del consiglio dei ministri Ue, uno degli organi più importanti dell'intero consesso europeo.

L’esponente della Csu ha delineato nel corso di un’intervista citata da Deutsche Welle la strategia della Germania per la revisione delle politiche europee in materia di diritto di asilo. A detta del ministro, la presidenza tedesca del Consiglio dovrebbe innanzitutto puntare a conseguire il rafforzamento della sorveglianza anti-clandestini lungo le frontiere esterne dell’Unione, così da intercettare gli aspiranti profughi prima che questi entrino nel territorio comunitario e da controllare le istanze di protezione internazionale presentate dagli stessi prima che gli immigrati possano sottoporre a pressioni le reti nazionali di accoglienza.

La Germania, ha aggiunto Seehofer, dovrebbe inoltre sfruttare l’opportunità di presiedere il Consiglio per raggiungere un secondo obiettivo fondamentale a livello europeo: modificare gli strumenti normativi continentali al fine di rendere possibili i respingimenti dei finti profughi, ossia di coloro che non meritano di ricevere ospitalità dagli Stati membri né di essere redistribuiti tra i medesimi, direttamente alle frontiere esterne dell’Ue.

Per conseguire quest’ultimo scopo, evidenzia l’emittente attenendosi alle dichiarazioni del politico bavarese, Berlino dovrà necessariamente realizzare un significativo potenziamento di Frontex, l’agenzia comunitaria preposta alla sorveglianza dei confini dell’area integrata continentale.

Pur salutando l’imminente inizio della presidenza tedesca del Consiglio come un’occasione per mettere a punto un inasprimento delle regole Ue sul diritto di asilo, Seehofer ha comunque fatto appello alla necessità che i Paesi membri mostrino in questo frangente solidarietà accettando quote di migranti già presenti nel territorio dell’Unione.

Il ministro federale ha allora fatto seguire il suo appello alla ripartizione interstatale degli immigrati, rimarca il network, da una condanna verso le nazioni dell'Europa orientale che continuano a rifiutarsi di partecipare al meccanismo di redistribuzione dei richiedenti asilo che hanno attraversato in questi anni le frontiere comunitarie. Egli ha quindi sollecitato i governi incriminati a dare finalmente prova di “solidarietà flessibile”, senza però, denuncia sempre Deutsche Welle, chiarire il significato di quest’ultima formula.

Il progetto di revisione delle politiche migratorie Ue in procinto di essere attuato, sostiene Seehofer, durante il semestre tedesco alla guida del Consiglio, è stato subito condannato dalle ong umanitarie.

Ad esempio, l’associazione a difesa dei diritti dei migranti Pro Asyl ha preso con forza posizione contro il piano esposto dal politico Csu. Un suo dirigente, Günter Burkhardt, ha giustificato la contrarietà dell’organizzazione alle riforme promosse dal ministro dell’Interno di Berlino affermando che dare il via libera ai respingimenti alle frontiere esterne dell’Unione equivale a privare i migranti del diritto a un’effettiva assistenza legale.

I medesimi respingimenti alla frontiera, inoltre, sfuggirebbero, ha accusato l’attivista citato dall’emittente tedesca, a qualsiasi riesame giudiziario, causando una flagrante violazione dello Stato di diritto.

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