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Portavoce comunità ebraica di Har Braha (Nablus): "Quello che è successo ieri notte è terribile"

Gli abitanti del villaggio di Har Braha, a pochi chilometri dal luogo dell'attentato, condannano il gesto estremo: "Siamo scioccati"

Portavoce comunità ebraica di Har Braha (Nablus): "Quello che è successo ieri notte è terribile"

L'attentato della scorsa che ha causato la morte di un bambino di 18 mesi nei dintorni di Sichem (Nablus in arabo), ha sconvolto l'opinione pubblica israeliana e reso l'aria ancora più tesa a poche ore dalla "Giornata della Collera" proclamata da Hamas a seguito dell'irruzione del esercito israeliano all'interno della mosche di Al-Aqsa. Come è noto la vicinanza tra gli abitanti israeliani di Giudea e Samaria e gli arabi ha da sempre portato a violenze che spesso sono finite in vere e propie tragedie. Come quella della scorsa notte, appunto.

Gli abitanti israeliani nei dintroni di Sichem condannano gli esecutori dell'attentato. A parlare a ilGiornale.it è il preside della scuola e della Yeshiva di Har Braha, nonchè il portavoce del villaggio stesso a pochi chilometri dal luogo dell'incendio. "Sono nato a Hevron, ho sempre vissuto nei territori, conosco la mia gente. Quello che è successo ieri notte è terribile. Siamo tutti scioccati. Anche il rabbino di Har Braha (Eliezer Melamed) ritiene che sia stato un atto terribile, atroce, un vero crimine. Uccidere un bambino, che non ha fatto nulla, che non ha neppure iniziato a vivere, è un atto terribile. Chi lo ha fatto, sono probabilmente dei ragazzi che cercavano una vittima, senza rendersi conto di cio che facevano, ma certo cio non rende la loro azione meno terribile. Mi rattrista che anche tra gli ebrei ci siano ora dei terroristi, perche di questo si parla, di terroristi. Attraverso di voi vorrei porgere le mie condoglianze alla famiglia. So cosa vuol dire perdere dei cari a causa del terroismo, nella mia vita sono state molte le vittime del terrorsimo che conoscevo".

Nethanyahu ha da subito condannato senza riserve il gesto, definendolo un "atto terroristico". Da più parti si sono levate voci di condanna, esponenti politici di ogni schieramento. Yair Lapid, ex Ministro delle Finanze , ha da poco pubblicato su facebook un lungo commento a condanna dell'attacco: "Siamo in guerra. Chi brucia un bambino palestinese ha dichiarato guerra a Israele. Chi attacca con un coltello i giovani al Gay Pride ha dichiarato guerra a Israele. Chi lancia pietre contro le forze di sicurezza, ha dichiarato guerra a Israele. Chi fa parte della organizzazione Lehava è un traditore che aiuta il nemico in tempo di guerra". Poi la condanna precisa all'omicidio: "I terroristi sono entrati nella notte e hanno bruciato un bambino. Come sempre, l'esercito va in guerra contro il nemico , solo che questa volta il nemico è qui, all'interno, tra di noi . Queste persone sono partner naturali di Hamas, Hezbollah, ISIS. Sembrano come noi, ma non sono come noi. Sono traditori di tutto ciò che è sacro per noi, traditori della idea su cui si basa lo Stato di Israele, traditori della nostra religione. Anche il Presidente di Israele Rueven Rivlin ha subito reagito puntando il dito contro il terrorismo e accusando i gruppi estremisti di lavorare per il male del paese: "Abbiamo a che fare un pericoloso gruppo di estremisti che punta a distruggere il fragile ponte che stiamo costruendo". Il riferimento è ovviamente quello al difficile accordo che da anni il Governo cerca di raggiungere con la controparte palestinese. Oggi stesso il Presidente si recherà in visita ai feriti dell'attentato al Chaim Sheba Medical Center di Tel Hashomer.

Ad intervenire è stato anche il Ministro della Difesa Bugi Ayalon: "L'incendio doloso e l'omicidio di un bambino di questa notte nel villaggio di Duma sono gravi attentati terroristici che non possiamo tollerare e che condanniamo. In questo momento le forze di sicurezza stanno facendo uno sforzo supremo per catturare gli assassini.

Li perseguiremo fino a quando non li cattureremo".

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