Primo lockdown di ritorno: "Sarà un autunno difficile"

Israele chiude due settimane. L’allerta di Fauci. Ma l’Italia per ora è al sicuro

Primo lockdown di ritorno: "Sarà un autunno difficile"

Una festa collettiva come il Capodanno ebraico si trasformerà in una giornata dimessa fatta per pochi intimi. Scatta in Israele il lockdown totale di due settimane. Il nuovo blocco totale, che inizierà la prossima settimana, sarà suddiviso in tre fasi per le quali non sono state ancora ufficializzate le date. La prima fase entrerà in vigore il 18 settembre, la seconda intorno al 1° ottobre e l’ultima intorno al 15 ottobre. È il primo paese al mondo a imporre una seconda chiusura per rallentare l’epidemia galoppante. Le scuole e tutte le attività commerciali devono chiudere (tranne supermercati e farmacie), i ristoranti possono restare aperti per il take-away, gli spostamenti sono limitati a 500 metri dall’abitazione. Se la situazione peggiorerà, ci sarà un altro gire di vite. I casi, infatti, hanno superato i 4mila per due giorni consecutivi e i morti sono oltre mille da agosto ad oggi. Una situazione disastrosa: è come se in Italia si contassero ogni giorno 24 mila nuovi casi. Invece, per fortuna da noi non va affatto male. Non come la Francia che ieri, come ha ammesso il primo ministro Jean Castex al termine del vertice sull’emergenza sanitaria, ha rilevato un netto peggioramento del virus che bisogna fronteggiare con «misure graduali e di anticipazione», ma decise se si vuole evitare lo spettro del lockdown. Per il momento sono state allargate le zone rosse, che passano da 19 a 42. Poi sono state rafforzate le misure di tracciamento. Ma il tentativo di bloccare la diffusione del contagio stride con la decisione unilaterale (non concordata con la Ue) di ridurre la quarantena per i contagiati da 14 a 7 giorni perché secondo il Cts francese il picco del contagio si avrebbe nei primi cinque giorni della malattia. Una valutazione che però non era stata supportata da alcun documento scientifico richiesto, tra l’altro, dall’Oms. Ma qui la scienza c’entra poco. Piuttosto c’è da fare due conti. I diecimila casi al giorno si dovrebbero moltiplicare almeno per quattro se si considerano gli stretti contatti e questo significherebbe bloccare intere famiglie di quattro persone per due settimane a casa. Un danno enorme dal punto di vista economico. Da qui la decisione politica di tagliare le gambe alla quarantena. Anche in Italia si parlerà di tempi di isolamento nel prossimo Cts ma gli esperti già scuotono la testa in senso negativo. Troppo difficile generalizzare, forse si può ridurre, ma non certo dimezzare. In ogni caso, l’Italia, additata come l’untrice d’Europa, ora è la nazione che si difende meglio. Ma i tecnici non vivono sugli allori. Sanno che questi 1.600 casi giornalieri sono comunque tanti, che l’età dei contagiati torna a rialzarsi e che scuole e trasporti saranno una bella sfida da raccogliere. Il nodo cruciale, per ora sono i giovani. Indisciplinati, senza mascherina nei parchi a fare gruppo senza alcun senso di responsabilità. Ed è questo che preoccupa gli esperti. La speranza è i messaggi degli insegnanti e la necessità di restare chiusi in un aula per tante ore facciano loro comprendere che con il Covid non si scherza. Può mandare in ospedale loro, ma soprattutto i genitori e pure i nonni.

Un monito arriva Anthony Fauci, l’immunologo più importante d’America, che guida il National Institute of Allergies and Infectious Diseases: «Dobbiamo tenere duro e attraversare questo autunno e questo inverno, perché non sarà facile».

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