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"Stanchi della cancel culture". Studenti in rivolta nell'ex università di Letta

Studenti francesi di scienze politiche stufi dell'ossessione per la cancel culture e dell'ideologia woke. Protesta nell'ateneo dove insegnava Enrico Letta

"Stanchi della cancel culture". Studenti in rivolta nell'ex università di Letta

No al politicamente corretto e all'ideologia woke che dal mondo anglosassone sta imperversando nelle università di tutto l'occidente. È il grido d'allarme, come riporta Libero, di un gruppo di studenti dei più importanti istituti di scienze politiche francesi, tra cui Sciences Po Parigi, l'università-laboratorio della sinistra gauche caviar e del progressismo chic dove insegnava anche Enrico Letta, segretario del Partito democratico e già direttore dell’École d’affaires internationales del celebre ateneo parigino.

La lettera degli studenti anti-woke è stata pubblicata da Le Figaro: "Noi, allievi di tutti gli istituti di scienze politiche di Francia, deploriamo la censura, ufficiale e ufficiosa, onnipresente nelle nostre scuole, da parte di alcuni studenti, associazioni e professori, e dell’amministrazione" si legge. Inoltre, nel nostro piccolo, proseguono gli studenti, "vogliamo lanciare un allarme sui pericoli della cancel culture. Lungi dall’essere un fenomeno puramente anglosassone relegato tra i muri dei campus americani, l’esacerbato spirito comunitarista di questa enclave intellettuale fuori dal mondo vuole dettare legge su tutto" affermano. L'obiettivo, spiegano, "con la presente, non è porsi come vittime, ma allertare i nostri concittadini e i nostri dirigenti sulle derive degli istituti di scienze politiche francesi che, non dimentichiamocelo, sono destinati a formare le nostre future élite intellettuali, politiche ed economiche. Le derive che osserviamo attualmente all’interno delle Sciences Po di Francia si diffonderanno presto dappertutto".

"Un progressismo maldestro": rivolta nell'Università di Letta

Come sottolineano gli studenti francesi, ad essere presi di mira non sono solo studenti, professori o associazioni di destra, ma tutti coloro che si rifiutano di sottomettersi ai dogmi della correttezza politica e dell'ideologia woke. "Questo progressismo maldestro e la connivenza degli attori istituzionali che lo coccolano sono alimentati dai più grandi mali del nostro tempo: la paura di essere rifiutati e la pigrizia intellettuale da un lato, la megalomania e la vittimizzazione dall'altro" rimarcano. Gli esempi del clima irrespirabile alimentato dalla politica identitaria e dell'ideologia ultra-progressista che imperversa anche a Sciences Po, sono innumerevoli. Dai professori accusati di islamofobia lo scorso anno, ai linciaggi di associazioni studentesche di destra come Uni, Le Cercle Mauriac, Le Printemps Républicain, i crociati del politicamente corretto non risparmiano nessuno.

I libri "antirazzisti" per l'estate

Che quella woke rischi di essere l'ideologia dominante nelle facoltà di scienze politiche è un dato di fatto. Durante l'estate 2020, la pagina Instagram di Sciences Po ha pubblicato una foto con le copertine di una serie di libri consigliati per l'estate dall'ateneo. Tutti trattavano i temi più cari alla woke supremacy come il suprematismo bianco e l'antirazzismo. Fragilità bianca, quel razzismo che i bianchi non vedono di Robin Di Angelo, La supremazia bianca e me, combatti il ​​razzismo, cambia il mondo e diventa un buon antenato di Layla Saad, Come diventare un antirazzista di Ibram X. Kendi sono solo alcuni dei titoli presenti nel collage di foto. L'Uni Sciences Po, movimento studentesco di destra, si rammaricava su Twitter del fatto che l'ateneo avesse pubblicato un elenco di "tutto ciò che è più conformista nell'estrema sinistra anglosassone in questo momento".

Nel suo libro del 2019, infatti, il già citato storico Ibram X. Kendi spiega cosa significa essere "antirazzisti" al giorno d'oggi. "L’unico rimedio alla discriminazione razzista è la discriminazione antirazzista. L’unico rimedio alla discriminazione passata è la discriminazione presente. L’unico rimedio alla discriminazione attuale è la discriminazione futura" scrive Kendi.

Tanto che il Wall Street Journal si chiede, a proposito delle teorie del controverso storico, se la cura per il razzismo del passato - e del presente - sia una nuova forma di razzismo arcobaleno.

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