Momenti di tensione, ieri, nel corso della conferenza stampa successiva all’incontro tra il presidente della Russia Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Ad accendere la miccia, la giornalista di Abc, Rachel Scott, che ha posto, senza alcuna remora, una domanda scomoda al leader russo (guarda il video). “Signor presidente – ha detto la cronista politica – la lista dei suoi avversari politici morti o in carcere è lunga. Alexei Navalny chiede libere elezioni, di cosa ha paura?”. Putin, molto irritato dalla giornalista, ha ribattuto in modo contrariato:“Ho già risposto ai suoi colleghi, lo ripeto. Gli Stati Uniti hanno pubblicamente dichiarato la Russia come nemica”.
L’atteso vertice tra Biden e Putin, che si è tenuto nella settecentesca villa La Grange, su una collina con magnifica vista sul lago Lemano, è arrivato in una delle fasi peggiori da lungo tempo nelle relazioni russo-americane e dal quale, al di là delle chiacchiere e degli auspici dei benpensanti, non è lecito attendersi molto più che qualche chiarimento tra personaggi fatti per non intendersi. Dopo tutto, se il potere pressoché assoluto di Putin dura da più di vent'anni e a Mosca tutto è stato predisposto affinché prosegua indisturbato per altri quindici, la presidenza Biden potrebbe invece rimanere una parentesi di un solo quadriennio, complice l'età avanzata del successore di Donald Trump alla Casa Bianca.
L'ormai espertissimo (glielo riconosce a denti stretti lo stesso Biden, che lo detesta) autocrate russo non ha dunque particolare interesse a lasciarsi troppo condizionare dalle pretese del leader statunitense, perché ritiene che il tempo giochi dalla sua parte. Poco importa, quindi, a Putin che Biden si presenti a Ginevra forte dell'esplicito sostegno appena raccolto tra gli alleati europei ed atlantici, e fieramente intenzionato a metterlo con le spalle al muro su una lunga serie di temi “caldi”.
Putin, che ha già incassato con serenità l'etichetta di killer per la questione Navalny, continuerà a negare nei confronti di Biden. Il presidente russo ha bisogno di un nemico occidentale da additare alla parte più nazionalista dei suoi sostenitori, almeno quanto agli americani fa gioco una Cina nel ruolo che un tempo fu dell'Urss.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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