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Putin e l'ultimo dei Romanov: "Pronti a riportare lo zar"

Il granduca Gergji Romanoff, amico di Putin, ha confessato: "Siamo pronti a tornare sul trono di Russia se il popolo lo vorrà"

Putin e l'ultimo dei Romanov: "Pronti a riportare lo zar"

Georgji Romanov e Vladimir Putin si conoscono "da quando avevamo i pantaloni corti". E si stimano. Uno è presidente della Russia, l'altro è il discendente dell'ultima dinastia degli zar. Quella che la rivoluzione d'Ottobre dei comunisti ha raso al suolo, spodestato e cacciato in esilio. Ma ora le cose sono cambiate. L'Urss è solo un ricordo e la Russia è tornata ad aggrapparsi alla sua tradizione imperiale. I Romanov sono stati "riabilitati", soprattutto grazie a Putin. Una statua in onore di Alessandro I, lo zar che sconfisse Napoleone, è stata edificata di fronte al Cremlino. E lo stesso Putin l'ha "venerata" con un lungo inchino durante l'inaugurazione.

Nella Russia muscolare dell'ex agente del Kgb non è strano che si torni a parlare di impero. Quello degli zar, ovviamente. E così, in una intervista al settimanale Sette del Corriere, il granduca lancia un messaggio chiaro: "Se il mio popolo vorrà – dice il discendente degli zar – di sua spontanea volontà, uno governo misto come in Inghilterra, Spagna o in altri Paesi europei, e quindi di restaurare la monarchia in Russia in qualunque sua forma, sia mia madre sia io o i miei discendenti saremo pronti ad assumere il nostro ruolo istituzionale in seno al Paese".

Georgij Michajlovic Romanov è nato a Madrid dalla Granduchessa Maria Vladimirovna di Russia e da Franz Wilhelm di Hohenzollern. Ma è legato a Mosca. Ormai la sua dinastia è stata pienamente riabilitata. I Romanov sostengono la politica di Putin: "La moderna Russia si pone come difensore di un contesto multipolare e nega fermamente il diritto di egemonia americano nel mondo". E poi aggiunge: "Putin è un uomo leale, preparato, profondo, amante come noi del suo popolo e dele sue tradizioni. La casa imperiale lo appoggia in tutto ciò che fa per il recupero delle tradizioni, la conservazione del patrimonio storico, il rafforzamento del benessere del Paese". Decise anche le posizioni contro il terrorismo islamico: "In Russia le maggiori comunità islamiche sono contrarie al wahabismo. Ma al primo attacco i terroristi sono stati eliminati fisicamente e il radicalismo islamico è stato immediatamente represso e perseguitato".

Chissà se i russi, prima o poi, vorranno di nuovo vedere un Romanov sul trono più alto dell'impero.

Chissà se torneranno gli zar.

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