Guerra in Ucraina

"Mio figlio è morto?": le chat choc delle famiglie dei soldati russi

Secondo le autorità ucraine, in molte occasioni i russi non recuperebbero i loro caduti sul campo né accetterebbero la restituzione dei corpi

"Mio figlio è morto?": le chat drammatiche delle famiglie dei soldati russi

Mentre il conflitto fra Russia e Ucraina si fa sempre più acceso, arriva la pesante accusa mossa contro il ministero della Difesa russo, reo, secondo alcune versioni, di non curarsi dei propri caduti sul campo. A tal proposito, secondo quanto affermato da alcuni giornalisti ucraini, ci sarebbero addirittura delle chat sui social russi in cui i genitori dei soldati starebbero disperatamente cercando notizie dei propri figli dispersi.

I messaggi su VKontakte

I giornalisti, come riportato da Repubblica, sarebbero riusciti ad infiltrarsi in alcuni gruppi aperti su VKontakte (una sorta di Facebook) e qui avrebbero recuperato alcune chat. "Salve. Sono il padre di Dmitry Krasoktin. Era con l'unità 64044 a Pskov. Abbiamo perso i contatti con lui dal 22 febbraio. L'ultima volta ci aveva detto che la sua unità sarebbe arrivata a Kharkiv il 23 febbraio. Il 26 febbraio abbiamo ricevuto una telefonata dal comandante che ci ha detto che nostro figlio è disperso", questo uno dei tanti messaggi riferiti dai reporter ucraini. La conversazione prosegue. Al padre di Dmitry viene consigliato di continuare a chiamare il comandante, ma l'uomo afferma di stare chiamando ogni settimana senza ricevere risposte.

Sempre nelle chat sarebbero molti i genitori ad affermare che il proprio figlio viene dato come "disperso", senza sapere come interpretare realmente questo termine.

Le accuse di Kiev

Stando a quanto dichiarato dalle autorità ucraine, le vittime fra i soldati russi sarebbero oltre ventimila, e l'esercito non starebbe facendo nulla per recuperare i morti, neppure quando le autorità di Kiev propongono di restituire i corpi. Corpi che, dunque, non verrebbero mai restituiti alle famiglie.

Sempre secondo quanto affermato dagli ucraini, a seguito della battaglia per la città di Voznesensk, sarebbe stato addirittura riempito il vagone refrigerato di un treno con i corpi dei russi caduti rimasti abbandonati dai propri compagni per le strade e i campi. I cadaveri sono stati poi portati a Kiev, e li si troverebbero ancora, perché il ministero della Difesa russo non avrebbe mai risposto alle sollecitazioni delle autorità ucraine. Insomma, a pari del conflitto in atto, proseguono anche le accuse e gli attacchi.

In una recente intervista, l'ex comico ed attuale presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha parlato proprio del problema dei corpi rimasti a seguito dei combattimenti, ed ha chiesto di trovare una soluzione.

Il programma ClearView

In Ucraina sta ora operando un gruppo informatico che ha il compito di dare un nome ai soldati russi deceduti tramite riconoscimento facciale reso possibile grazie all'intelligenza artificiale. Il volto viene messo a confronto con un database contenente numerose immagini ottenute dal social VKontakte e da internet ed in questo modo in molti casi è possibile risalire all'identità del soldato deceduto. Sarebbe stata l'azienda americana ClearView a dare in dotazione all'esercito ucraino tale programma.

Gli ucraini affermano di stare agendo in totale buona fede, ma il sospetto di molti, anche di un'esperta intervistata dal Washington Post, è che in realtà si tratterebbe di una vera e propria forma di guerra psicologica.

C'è chi pensa che l'identificazione dei corpi serva per poi mandare le foto dei soldati uccisi alle famiglie che ancora li aspettano in Russia.

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