Regeni, il ministro Interni egiziano: "Nessun coinvolgimento della polizia"

Il ministro degli Interni egiziano Magdi Abdel Ghaffar ha respinto tutte le accuse secondo cui vi siano le forze di sicurezza dietro la morte del ricercatore italiano

Regeni, il ministro Interni egiziano: "Nessun coinvolgimento della polizia"

Come riporta la tv satellitare al-Arabiya il ministro degli Interni egiziano , Magdy Abdel Ghaffar, in una conferenza stampa ha negato in modo categorico il coinvolgimento della polizia nell'uccisione del ricercatore italiano Giulio Regeni. "Vi sono troppe voci riprese sulle pagine dei giornali - ha detto il ministro - che insinuano il coinvolgimento delle forze di sicurezza nell'incidente. Questo è inaccettabile. Questa non è la nostra politica".

Intanto l’ambasciatore egiziano in Italia, Amr Helmy, raccomanda di "evitare di arrivare a conclusioni affrettate relative alle indagini in corso o fare delle accuse e insinuazioni ingiustificate e senza prove". E conferma che la delegazione investigativa italiana ha svolto "incontri importanti con la controparte egiziana. L’obiettivo di questi incontri - ha aggiunto - è di svelare la dinamica della morte dello studente italiano ed individuare e punire i reali responsabili di questo atroce crimine".

I pm della procura di Roma hanno ascoltato i genitori di Regeni ed anche alcuni suoi amici. Nel corso del colloquio con il pm Sergio Colaiocco, titolare del fascicolo in cui si procede per omicidio, il papà e la mamma di Giulio avrebbero riferito che il figlio non aveva mai fatto cenno a rischi imminenti per la propria incolumità, ma che era consapevole di trovarsi in una realtà difficile dal punto vista politico soprattutto nei giorni in cui cadeva l’anniversario della rivoluzione di piazza Tahir.

Il corpo scoperto per caso da un tassista

Il corpo senza vita di Regeni, ha precisato Ghaffar, "è stato ritrovato sopra il cavalcavia Hazem Hassan sull’autostrada" del deserto tra Il Cairo e Alessandria «ed è stato scoperto da un autista di taxi la cui vettura era finita in panne". Il tassista "e i suoi passeggeri hanno scoperto il corpo mentre scendevano" dalla vettura "per vedere il guasto".

Non trovati cellulare e passaporto

Né il telefonino né il passaporto di Giulio Regeni sono stati trovati dagli inquirenti che indagano sulla morte, al Cairo, del giovane ricercatore italiano. È quanto si apprende da fonti investigative italiane, secondo cui sia il passaporto che il cellulare potrebbero essere stati distrutti, o comunque fatti sparire, dai responsabili dell’omicidio di Regeni. Intanto, il team di carabinieri e polizia che si trova al Cairo è in attesa di entrare in possesso della documentazione dell’inchiesta egiziana: gli investigatori hanno chiesto di acquisire ogni atto - testimonianze, tabulati telefonici, rilievi - e l’auspicio è che la consegna possa arrivare nell’arco di 24-48 ore. Prima di allora, spiega la fonte, sarebbe azzardato avanzare ogni ipotesi.

L'ultima telefonata di Regeni

Al Cairo, intanto, mentre prosegue il balletto delle versioni governative sulla morte del giovane (ultima quella che indica nell’omicidio un mezzo per incolpare la polizia egiziana), l’analisi del telefonino di Regeni "conferma le testimonianze dei coinquilini e degli amici", secondo cui il ricercatore si stava recando ad una festa di compleanno il giorno in cui è scomparso. Il 25 gennaio scorso Giulio, ha detto il direttore della Procura di Giza, Hossam Nassar, "ha lasciato la sua abitazione alle 19.30 per incontrare il suo amico Gennaro, un insegnante di Scienza Politiche presso l’Università britannica al Cairo. Entrambi dovevano andare ad una festa di compleanno, ma Regeni non è mai arrivato: è scomparso 25 minuti dopo la sua ultima telefonata all’amico. Giulio era solito prendere la metropolitana dalla stazione di al Dokki vicino casa sua". Preoccupato per il connazionale, "Gennaro ha quindi telefonato alla sua amica Noura Fatihi, che ha contattato il coinquilino di Giulio e avvocato Mohamed al Sayaad", ha concluso Nassar. Intanto i genitori di Regeni, sentiti dai magistrati, hanno rappresentato al pm i timori e le aspettative di Giulio: il ragazzo era ben consapevole del difficile clima politico che si respira da tempo al Cairo, ma non ha mai espresso esplicite preoccupazioni per la propria incolumità.

Gli Usa parleranno con l'Egitto

Il caso Regeni sarà uno dei temi al centro dei prossimi incontri tra la diplomazia americana e quella egiziana. Lo riferisce il New York Times sottolineando "l’attenzione internazionale" sulla vicenda e quella, in particolare, del Dipartimento di Stato americano, impegnato di frequente a ricordare al Cairo l’importanza del rispetto dei diritti civili e umani. Il riferimento alla morte del ricercatore italiano sarà "probabilmente" sollevato, scrive ancora il NYT, nel corso del viaggio che Sarah B.

Sewall, sottosegretario del Dipartimento di Stato per i diritti umani, farà questa settimana nella capitale egiziana oppure quando il capo della diplomazia americana, John Kerry, riceverà a Washington il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shiukry.

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