Coronavirus

Vaccino, spunta la terza dose? ​Ecco perché serve un "rinforzo"

Secondo fonti del governo britannico sarebbe forse necessaria una terza dose. Le varianti sembrano infatti essere più resistenti

Vaccino, spunta la terza dose? ​Ecco perché serve un "rinforzo"

Potrebbero non bastare due dosi di vaccino, almeno per contrastare le varianti. Ad avanzare la possibilità che sia necessaria una terza dose per combattere la diffusione delle varianti, sono fonti del governo britannico. Queste, e in particolare quella sudafricana, sarebbero infatti maggiormente resistenti e quindi due dosi di vaccino potrebbero non bastare a debellarle.

Dubbbi sull'efficacia del vaccino contro le varianti

I dirigenti dell’Nhs, il sistema sanitario britannico, hanno espresso la loro fiducia riguardo al fatto che il prossimo anno il governo possa prevedere una “vaccinazione congiunta” anti-influenza e anti-Covid, con la nuova vaccinazione Covid (la terza del 2021) che sarebbe in modo specifico contro le varianti che creano maggiore preoccupazione. Secondo il governo, in autunno potrebbe essere quindi necessario un rinforzo della copertura vaccinale, e probabilmente “una successiva vaccinazione annuale”.

Intanto però era già stato sollevato qual che dubbio, almeno per quanto riguarda l’efficacia del vaccino AstraZeneca contro la variante sudafricana del nuovo coronavirus. Tali dubbi erano stati sollevati da uno studio anticipato sabato scorso dal Financial Times, che hanno portato le autorità di Pretoria a sospendere l'inoculazione del siero. Uno stop temporaneo, fino a quando non vi saranno maggiori sicurezze. La sospensione del vaccino da parte del ministero della Salute del Paese africano ha indotto l’Organizzazione mondiale della sanità a convocare un gruppo indipendente per valutare i dubbi sull’efficacia del vaccino AstraZeneca contro la variante sudafricana.

Un grave problema per il Sudafrica che è il Paese maggiormente colpito del continente con oltre 1 milione 476,135 contagi e 46.290 morti.

La tecnologia può aiutare

Da sottolineare che la variante africana rappresenta circa il 90% dei nuovi casi riscontrati. Una ridotta efficacia del vaccino AstraZeneca sarebbe una pessima notizia anche per gli altri Paesi del continente, e non solo per la maggiore possibilità di assistere alla diffusione della mutazione sudafricana. Tra l’altro, questo farmaco sarebbe anche quello su cui puntano maggiormente tutti i Paesi in via di sviluppo, perché ne stanno venendo prodotte miliardi di dosi non a scopo di lucro da destinare proprio ai Paesi del terzo mondo. Ma il siero AstraZeneca non sarebbe l'unico a essersi rivelato meno efficace nei confronti della variante sudafricana. La stessa criticità sarebbe infatti emersa dai test sui vaccini prodotti da Moderna, Pfizer-BioNTechm, Johnson&Johnson e Novavax, dove però la variante inglese non sembra mostrare una resistenza particolare ai vaccini.

Adesso a mettere in dubbio l’efficacia dei vaccini anti-Covid è anche il Regno Unito che starebbe pensando a una terza dose per contrastare le varianti più resistenti. Da Oxford hanno comunque già fatto sapere che, grazie alla tecnologia, è possibile correggere il tiro.

All’AdnKronos Salute, Walter Ricciardi, consulente del ministro Roberto Speranza e docente di Igiene all'università Cattolica, ha spiegato che comunque le tecnologie di produzione dei vaccini di oggi ci consentano di attuare i necessari aggiustamenti per renderli efficaci anche sulle varianti.

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