Seconda infermiera contagiata negli Usa: vertice con Obama

Seconda infermiera contagiata negli Usa: vertice con Obama

Un secondo contagio nel Texas - un'altra infermiera che aveva trattato il «paziente zero» Thomas Duncan - spinge la Casa Bianca verso una gestione diretta dell'emergenza Ebola. Il presidente Barack Obama, pur in un momento molto delicato per il partito democratico che rischia di perdere disastrosamente le elezioni di midterm del 4 novembre e quindi il controllo del Senato, ha cancellato un viaggio elettorale previsto per ieri e ha invece convocato il suo gabinetto alla Casa Bianca per dedicarlo all'emergenza sanitaria che più preoccupa l'America.

Sarebbe stata la diffusione della notizia che la seconda infermiera contagiata aveva viaggiato su un aereo commerciale sulla linea interna Cleveland-Dallas/Fort Worth la sera prima che le venisse diagnosticata l'infezione (cosa che secondo i protocolli non sarebbe dovuto accadere) a convincere Obama della necessità di rassicurare gli americani sul fatto che il governo tiene la situazione sotto controllo. «La sicurezza nazionale e la preparazione dei nostri ospedali sono due priorità fondamentali per noi», ha detto Sylvia Mathews Burwell, segretario alla Salute degli Stati Uniti, in una conference call per dare aggiornamenti su Ebola alla quale ha partecipato anche il direttore del Centro per il controllo e la previsione delle Malattie (Cdc) Tom Frieden. «L'idea è quella di fermare l'espansione dell'epidemia alla sua fonte. Ci sono possibilità di fare meglio, aumenteremo il nostro impegno».Intanto è stato comunicato che la seconda infermiera contagiata sarà trasferita presso l'ospedale specializzato Emory di Atlanta, in Georgia.

Mentre l'epidemia continua a diffondersi e a falciare vite nei tre Paesi dell'Africa Occidentale da cui ha avuto origine (Guinea, Sierra Leone e Liberia), anche in Europa cresce la consapevolezza del rischio e si corre ai ripari. In Italia sarà rafforzata la task force anti-Ebola tra i ministeri della Salute, Difesa, Esteri, Interni e Trasporti per dare una riposta coordinata contro l'emergenza e con l'obiettivo di intensificare sia i controlli (in aeroporti e porti) sia l'informazione: di questa azione di coordinamento si è discusso al vertice su Ebola a Palazzo Chigi. Il governo ha anche reso noto che sono pronti due aerei militari C-130 per il trasporto di eventuali italiani infetti. Nelle stesse ore Parigi e Praga hanno deciso di rendere obbligatori controlli sui passeggeri provenienti dai Paesi africani interessati dall'epidemia di ebola (quegli stessi controlli che invece paesi come il Belgio hanno finora deciso di non istituire) e al tempo stesso di aiutare la Guinea a costruire nuovi centri per il trattamento anti-ebola, oltre a quello in corso di realizzazione a Macenta.

La linea sostenuta a livello europeo sarebbe quella di prevedere la possibilità di trattamenti medico-sanitari tempestivi in Africa per gli operatori sanitari che dovessero risultare contagiati dal virus. Di tali temi si discuterà oggi a Bruxelles nel vertice dei ministri della Salute Ue.

Tra i temi anche quello della «tracciabilità» dei passeggeri provenienti dai paesi africani a rischio Ebola, dovessero giungere in Europa attraverso voli non diretti, fortemente sostenuto dal ministro Beatrice Lorenzin.

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