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Senegal, contingente francese accusato di violenze sulla popolazione

La giustizia senegalese ha ufficialmente incriminato per “atti brutali” un militare transalpino, ma le proteste antifrancesi non si sono ancora placate nel Paese africano

Senegal, contingente francese accusato di violenze sulla popolazione

L’esercito francese è accusato di commettere violenze ai danni della popolazione senegalese. A Dakar, centinaia di manifestanti invocano “punizioni esemplari” per i militari transalpini responsabili di “brutalità” nei confronti della gente del posto. Le proteste popolari sono state innescate dal pestaggio di un giovane ristoratore perpetrato di recente da alcuni soldati d’Oltralpe. Attualmente, il contingente di Parigi stanziato in Senegal consiste di 350 effettivi. Negli ultimi anni, l’ex colonia francese è servita da avamposto per le numerose offensive antiterrorismo condotte nel Sahel dalle Forze armate transalpine.

Ad innescare l’indignazione popolare sono stati gli “atti brutali” commessi pochi giorni fa ai danni di Oumar Watt, proprietario di un ristorante di Dakar. Secondo diversi testimoni, il ragazzo sarebbe stato picchiato da dei militari d’Oltralpe all’esterno di un nightclub della capitale senegalese. Sempre ad avviso dei testimoni, Oumar Watt avrebbe attirato su di sé la furia dei transalpini per avere cercato di sedare una rissa allora in corso tra questi ultimi e un altro giovane del posto, il quale accusava i soldati di avere molestato sua sorella. I responsabili dell’aggressione hanno provocato al ristoratore molteplici lesioni cerebrali, riducendolo in fin di vita. Watt è attualmente ricoverato in ospedale, in coma. Per il momento, solo un membro del gruppo di aggressori risulta incriminato dalla giustizia senegalese.

Le Forze armate di Parigi, subito dopo l’avvio del processo a carico del soldato, hanno criticato con forza l’impianto accusatorio, affermando che i militari coinvolti nel pestaggio di Watt si sarebbero semplicemente difesi da un “tentativo di rapina”. In seguito, lo Stato maggiore d’Oltralpe ha smorzato i toni, diffondendo un comunicato più conciliante verso gli inquirenti africani: “La magistratura senegalese ha ritenuto opportuno aprire un procedimento penale in merito al drammatico episodio. Le Forze armate confidano che la verità su tale sconvolgente vicenda verrà presto alla luce.”

La rabbia dei manifestanti antifrancesi deriva principalmente dalla constatazione che i “rapporti privilegiati” tra Parigi e Dakar rischiano di ostacolare il processo istruito a carico dell’aggressore di Oumar Watt. I familiari di quest’ultimo, pur avendo espresso soddisfazione per il rinvio a giudizio del militare transalpino, hanno annunciato di volere continuare a esternare la propria ostilità nei confronti del contingente francese presente in Senegal. Ousmane Watt, fratello della vittima, ha tuonato: “Noi, familiari di Oumar, speriamo sempre di ottenere giustizia. Purtroppo, stiamo diventando pessimisti riguardo all’esito del processo. Ormai è chiaro a tutti il fatto che quest’ultimo è stato avviato dalle autorità al solo scopo di tranquillizzare i manifestanti. Io continuerò a protestare davanti all’ambasciata francese e me ne tornerò a casa solo quando coloro che hanno ridotto mio fratello in fin di vita verranno condannati.” Dubbi circa l’indipendenza della magistratura nazionale sono stati espressi anche da Guy Sagna, esponente di una ong che si batte per i diritti dei Senegalesi vittime di violenze: “Gli accordi militari in vigore tra Parigi e Dakar rendono assai improbabile la condanna degli aggressori francesi. Tuttavia, il popolo, non smettendo mai di manifestare e di invocare giustizia, può indurre le autorità del Senegal ad adottare provvedimenti coraggiosi e a emanciparsi dall’atteggiamento di soggezione osservato finora nei riguardi della Francia.”

Fiducia nel fatto che i responsabili dell’aggressione verranno condannati è stata invece manifestata da Seydi Gassama, dirigente locale di Amnesty International: “Credo che il governo senegalese abbia più di tutti interesse affinché la giustizia trionfi. Al contrario, assicurare l’impunità ai soldati francesi colpevoli di violenze significherebbe alimentare l’ostilità popolare verso le truppe di Parigi stanziate nel territorio nazionale.

Un atteggiamento benevolo delle istituzioni nei confronti degli autori degli abusi inciterebbe la popolazione a commettere anche atti di estrema violenza ai danni del contingente francese presente in Senegal.”

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