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Siria, i russi avrebbero aperto il fuoco contro i caccia israeliani

Netanyahu: "Dobbiamo evitare contrattempi, malintesi e scontri inutili". Putin: "Date le circostanze, può capitare"

Siria, i russi avrebbero aperto il fuoco contro i caccia israeliani

Le forze russe in Siria avrebbero aperto il fuoco contro i caccia israeliani in almeno due occasioni, spingendo il primo ministro Benjamin Netanyahu a cercare un migliore coordinamento operativo con Mosca.

Nelle ultime 72 ore i media ebraici hanno rilevato a più riprese dei contatti che sarebbero avvenuti tra le forze armate dei due paesi attive in Siria.

"Sono venuto qui con un obiettivo principale – ha detto Netanyahu durante l’incontro con il presidente russo Vladimir Putin - per rafforzare il coordinamento tra di noi così da evitare contrattempi, malintesi e scontri inutili".

"Data la complicata situazione nella regione – ha risposto Putin – questi contatti potrebbero essere comprensibili, anche se non sono a conoscenza di incidenti". Putin ha quindi ribadito lo stesso concetto espresso durante l'ultimo incontro con il presidente israeliano Reuven Rivlin, che ha visitato Mosca il 15 marzo scorso.

Lo scorso ottobre, poche ore dopo il dispiegamento russo in Siria, i due paesi crearono un canale di coordinamento per "evitare spiacevoli malintesi". Più volte, così come confermato dal Ministro della Difesa Moshe Ya'alon, i velivoli russi hanno violato lo spazio aereo di Israele.

"Noi non li ostacoliamo - disse Moshe Ya'alon il 29 novembre scorso - quando si avvicinano nel nostro territorio, ma anche loro non intervengono quando i nostri caccia agiscono a protezione degli interessi della nazione". Mosca, dallo scorso ottobre, ha istituto una no-fly zone che comprende la maggior parte della Siria e parte di Israele, Golan compreso. Lo schermo difensivo copre anche la zona meridionale della Turchia e le basi utilizzate dagli USA per i raid in Siria. Il consenso russo per ogni tipo di volo nelle zone controllate è implicito.

Nonostante il coordinamento, in almeno due occasioni le forze terrestri russe avrebbero aperto il fuoco contro i caccia israeliani, secondo quanto riportato dal quotidiano ebraico Yedioth Ahronoth.

Ha aggiunto Netanyahu: "Credo che tale coordinamento sia fondamentale perché dobbiamo mantenere la libertà di movimento per l'aviazione a garanzia della nostra sicurezza. In alcun caso lasceremo le alture del Golan e faremo di tutto per colpire le linee di rifornimento di Hezbollah".

Lo scorso dicembre Netanyahu affermò che Israele non avrebbe mai permesso il transito di forniture militari dalla Siria al Libano. Israele sarebbe ufficialmente neutrale nella guerra civile siriana, ma dal 2013 ha effettuato una dozzina di attacchi aerei in tutto il paese colpendo anche strutture governative. I caccia israeliani hanno distrutto decine di convogli destinati alle truppe Hezbollah, presenti in Siria a sostegno delle forze lealiste del presidente Bashar al-Assad. Quest’ultimo, inserisce Israele tra i “terroristi di altra natura” attivi in Siria.

Netanyahu ritornerà in Russia il prossimo sette giugno.

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