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Siria, nei cieli affollati dominano i caccia russi. Londra potrebbe ritirarsi

I "nove punti di Vienna" non fermano l'aviazione russa che per la prima volta ha colpito Palmira. E intanto la coalizione Internazionale a guida statunitense subisce un’altra sconfitta: i jet della Royal Air Force, non voleranno insieme a quelli di Usa, Francia, Israele, di Turchia ed Australia, tra gli occidentali, per schiacciare il Califfato

Siria, nei cieli affollati dominano i caccia russi. Londra potrebbe ritirarsi

I colloqui diplomatici di Vienna non fermano le operazioni di guerra. Il ministero della Difesa russo ha riferito che nelle ultime 48 ore l’aviazione ha compiuto 131 raid contro i terroristi dell’Isis in Siria colpendo 237 obiettivi nelle province di Hama, Latakia, Homs, Damasco, Aleppo e Raqqa. E per la prima volta dall’inizio dei bombardamenti, i caccia Su-25 mobilitati da Mosca avrebbero distrutto postazioni militari (alcuni bunker sotterranei) nell’antica città di Palmira, roccaforte dell’opposizione, senza che però venisse colpito il centro storico patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1980, e già danneggiato dalla furia iconoclasta dei gruppi terroristici di Daesh.

La strategia del Cremlino è stata criticamente duramente dalla Casa Bianca. Secondo quanto riferisce un comunicato del dipartimento di Stato, il segretario John Kerry avrebbe precisato che “la Russia deve aiutare i partner internazionali a trovare una soluzione alla crisi in Siria” e “non semplicemente fornire sostegno al presidente Bashar al Assad”. L’accusa però arriva mentre Obama - dopo aver affermato a settembre del 2013 “non invierò mai truppe di terra (boot on the ground, ndr) americane” - ha autorizzato pochi giorni fa, per la prima volta, il dispiegamento di “meno di 50” unità di forze speciali nel nord della Siria, e di schierare aerei A-10 e jet F-15 nella base turca di Incirlik, nel sud della Turchia. Eppure in apparente contraddizione durante un’intervista alla Nbc, Obama ha spiegato che “si tratta di un’estensione di quanto è stato già fatto” e che “le truppe non combatteranno sul fronte come accaduto ai tempi della guerra in Iraq”. Di fatto la missione dei commando sarà di “addestrare, consigliare ed assistere (quest’ultima espressione si avvicina molto al concetto di combattimento, ndr)” le forze che fronteggiano i miliziani dello Stato Islamico.

Intanto la coalizione Internazionale a guida statunitense subisce un’altra sconfitta: i jet della Royal Air Force, potrebbero non volare insieme a quelli di Usa, Francia, Israele, di Turchia ed Australia, tra gli occidentali, per schiacciare il Califfato in Siria. David Cameron non sarebbe riuscito a convincere un numero sufficiente di deputati laburisti - gliene servivano almeno 40 per essere sicuro – schierati con il nuovo segretario su posizioni pacifiste Jeremy Corbyn. Il premier inglese, ha riferito il Times, rischia di non avere i voti necessari in Parlamento per ottenere il via libera ai bombardamenti (gli stessi che dallo scorso anno vengono effettuati in Iraq) per cui potrebbe non presentare neanche la mozione per vedersela respingere (come successo nell’estate del 2013 quando i Comuni votarono a sorpresa contro - 285 a 272 - i raid aerei in Siria). E se da un lato questa decisione metterebbe a dura prova la relazione speciale con Washington, dall’altro il leader conservatore preferisce evitare un confronto nei cieli con i caccia russi perché allo stato attuale i rapporti tra Londra e Mosca sono estremamente tesi. E poi oltre a a sollevare preoccupazioni sulla base giuridica di eventuali azioni dell’Inghilterra, la commissione Affari Esteri ha affermato che il premier dovrebbe invece concentrarsi sugli sforzi per porre fine alla guerra civile. Per la commissione non si dovrebbe votare sulla Siria finché il governo non presenterà una “strategia internazionale coerente” per sconfiggere l’Isis.

In sintesi, sulla scia delle recenti “scuse” di Tony Blair, Londra non vuole ripetere un seconda versione dell’invasione dell’Iraq nel 2003: ossia abbattere il nemico immediato (allora Saddam Hussein, in questo caso lo Stato Islamico) senza pensare al dopo.

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