"Sono sotto pressione". Cosa succede ai comandanti russi

L'intelligence militare britannica svela le difficoltà di Mosca: la Russia ridistribuirà rapidamente le proprie forze "senza un'adeguata preparazione"

"Sono sotto pressione". Cosa succede ai comandanti russi

Le difficoltà riscontrate dall'esercito russo sul campo di guerra continuano a innescare una serie di conseguenze negative per le forze di Mosca, che si ritrovano a fare i conti sia con la resistenza ucraina sia con diverse complicazioni che allontanano gli obiettivi da raggiungere. A mettere in luce gli ostacoli che rallentano l'avanzata russa è stata l'intelligence militare britannica, che nel suo ultimo aggiornamento ha fatto sapere che i comandanti russi "sono sotto pressione per raggiungere risultati operativi". Devono dunque saper dimostrare di poter raggiungere gli obiettivi operativi prefissati.

Le difficoltà russe

Si tratta di una situazione che di certo non lascia presagire nulla di buono per le forze russe: viene ritenuto molto probabile che alla fine Mosca possa finire per ridistribuire rapidamente le proprie forze "senza un'adeguata preparazione", con il rischio di un ulteriore attrito delle forze. Va inoltre tenuto in considerazione che la tenace resistenza ucraina a Mariupol dall'inizio della guerra "significa che le forze russe nell'area devono essere riequipaggiate e ristrutturate prima che possano essere ridistribuite efficacemente". Il che può risultare un processo lungo se eseguito a fondo.

Come fatto notare da Roberto Fabbri su ilGiornale in edicola oggi, il rallentamento generale è dovuto anche al fatto che gli ufficiali tendono a evitare responsabilità personali per i fallimenti nel conflitto militare: nella sostanza si rinviano le decisioni cruciali ai comandi superiori. Tra le fila del sistema militare e di sicurezza russo sarebbe prevalente una "cultura di insabbiamento e capro espiatorio".

Le prossime mosse

Gli 007 di Londra hanno poi riferito che la Russia, non appena riuscirà a ottenere il controllo totale di Mariupol, potrebbe spostare le sue forze dalla città portuale ridotta in macerie per rafforzare il Donbass. Sempre l'intelligence militare britannica ha voluto concentrare il proprio focus sui numeri, sostenendo che "è probabile" che circa 1.700 soldati ucraini si siano arresi dall'acciaieria Mariupol Azovstal; tuttavia allo stato attuale non è ancora noto il numero preciso di forze ucraine che sono rimaste all'interno della fabbrica.

Nelle scorse ore il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto il punto della situazione e ha puntato il dito contro l'esercito russo, accusato di aver trasformato la regione orientale del Donbass in un vero e proprio "inferno". Mentre il Donbass è "completamente distrutto", le forze di Mosca stanno cercando di aumentare la pressione continuando ad attaccare la regione di Odessa e - più in generale - le citta dell'Ucraina centrale.

"Questo è un tentativo deliberato e criminale di uccidere quanti più ucraini possibile", è il monito di Zelensky.

Un'analisi rassicurante non proviene da un alto funzionario del Pentagono, secondo cui sarà difficile respingere i russi che invece stanno riuscendo a rafforzare il proprio controllo sul Donbass e sul Sud del Paese. Allo stesso tempo si registrano importanti successi delle forze ucraine a Kharkiv.

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