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Marines uccisi nella base Usa, il killer inneggiava alla jihad

Mohammed Youssef Abdulazeez era un americano originario del Kuwait. Gestiva un blog in cui parlava di islam e inneggiava alla jihad. L'Fbi: "Era affascinato dall'Isis"

Marines uccisi nella base Usa, il killer inneggiava alla jihad

"Chiediamo ad Allah di darci la completa comprensione del messaggio dell’Islam, la forza di vivere nella sua conoscenza e di sapere il ruolo che dobbiamo giocare per stabilire l’Islam nel mondo". L'Fbi non riscontrato alcun legame tra Mohammed Youssef Abdulazeez, il giovane musulmano che ieri ha ammazzato quattro marines e ne ha feriti tre prima di essere ucciso, e gruppi terroristici internazionali. Eppure la doppia sparatoria contro edifici militari vicino Chattanooga fa ripiombare gli Stati Uniti nell'incubo del terrorismo islamico. Perché, come ha sottolineato l'agente speciale dell’Fbi Edward Reinhold, il killer del Tennessee non solo era affascinato dallo Stato islamico ma parlava apertamente sul proprio blog di jihad.

Una sparatoria durata appena trenta minuti. L’Fbi è convinta che Mohammed Youssef Abdulazeez abbia agito da solo: a bordo di una Ford Mustang decappottabile, il 24enne ha sparato contro due installazioni militari, tra cui un centro reclute, a distanza di una decina di chilometri l’uno dall’altro. L'attentatore, che al momento dell’attacco aveva diverse armi e munizioni, compreso un mitra stile Ak-47, proprio alcuni giorni fa aveva aperto un blog in cui parlava di jihad e caducità della vita. In un post recente di un suo blog aveva scritto che la vita è "corta e amara" e che i musulmani "non devono perdere l’occasione di sottomettersi a Allah". Il blog faceva anche fugaci riferimenti al sacrificio e alla jihad, ma secondo un breve estratto pubblicato da Site, l’istituto americano specializzato nel tenere d’occhio i siti di propaganda jihadista, non contiene alcun elemento evidente di estremizzazione e neppure nessuna minaccia. Tuttavia, secondo l'Fbi, si sarebbe ispirato ai miliziani dello Stato islamico.

Cresciuto all’interno di una famiglia tradizionale musulmana, Mohammed Youssef Abdulazeez era nato in Kuwait ma era stato portato in Usa ancora bambino, subito dopo l’inizio della Guerra del Golfo. Andato a scuola a Chattanooga, dove era nella squadra di wrestling del liceo, in una foto dell’annuario dei ricordi di fine anno, appare senza barba con una profetica citazione, che sembra scritta proprio da lui: "Il mio nome desta l’allarme sicurezza nazionale. E il tuo?". La laurea in ingegneria elettronica era arrivata nel 2012 alla Tennessee University. Secondo i compagni di scuola, era un giovane assolutamente insospettabile, discreto e apprezzato dai suoi compagni. "Era simpatico, divertente, amabile - è il ricordo di Kagan Wagner - mai avrei potuto immaginare che potesse fare questo". Il padre del killer, un immigrato nato in Cisgiordania, era stato indagato il passato per "possibili legami con organizzazioni terroristiche straniere": l’uomo era stato messo sotto sorveglianza per terrorismo dopo essere stato interrogato in seguito a un viaggio all’estero.

Il folle gesto è l’ennesima sparatoria registrata negli ultimi anni contro edifici militari statunitensi, dopo l’attentato a Fort Hood (in Texas, in cui morirono 13 persone), o quello del 2013 nel quartiere Navy Yard di Washington, il cui bilancio fu di 12 vittime. L’Isis intanto festeggia l’uccisione dei 4 marines, postando immagini e commenti.

Secondo il direttore di Site, Rita Katz, non risulta tuttavia alcuna rivendicazione ufficiale.

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