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Strasburgo, il Pd vuole la commissione sulle interferenze russe

Il Parlamento europeo in sessione plenaria ha discusso la proposta di istituire una commissione speciale che vigili sulle inteferenze straniere e russe nei processi elettorali

Strasburgo, il Pd vuole la commissione sulle interferenze russe

A Strasburgo, durante la sessione plenaria del Parlamento europeo che si è conclusa oggi, si è discusso della proposta italiana promossa dagli eurodeputati del Partito democratico e avvallata dal gruppo dei socialisti e democratici, di istituire una commissione speciale per vigilare sulle interferenze straniere nei processi elettorali. Naturalmente per potenze straniere s'intende, su tutte, la Federazione Russa, vera ossessione dei dem a livello internazionale (a cominciare dagli Stati Uniti, dove lo scandalo del Russiagate si è rivelato un bluff). A darne notizia è Carlo Calenda, l'ex ministro del governo Renzi ora leader del movimento Siamo Europei ed eurodeputato, promotore dell'iniziativa discussa oggi a Strasburgo.

"Nasce a ridosso della questione Savoini - spiega Calenda in un video pubblicato su Twitter da Strasburgo - ma, in realtà, è una questione che interessa tutta l'Europa perché interferenze ci sono state in Francia, in Inghilterra, e un po' ovunque e sono molto difficili da cogliere perché viaggiano sui sociali in modo oscuro e difficile da vedere. Per questo serve una commissione. Abbiamo fatto il dibattito in aula, poi sarà votata nella mini plenaria di Bruxelles a metà ottobre". Appena eletto, il neopresidente del Parlamento europeo David Sassoli ha appoggiato l'iniziativa parlamentare dei socialisti di aprire una commissione d'inchiesta "per fare chiarezza sulle ingerenze dei Paesi stranieri nello spazio europeo", in particolare Russia di Vladimir Putin.

Durante il suo intervento in aula a Strasburgo, Calenda ha spiegato che la democrazia liberale "è sotto attacco da partiti come Lega e Cinque Stelle che la vogliono demolire" ma è anche sotto attacco dall'estero e per questo motivo serve una commissione speciale per appurare in che modo ci siano state "interferenze pesantissime" da parte di partiti che pretendono di difendere l'interesse nazionale "ma che in realtà lo svendono a paesi esteri". A dire il vero non si capisce bene cosa dovrebbe appurare questa commissione né quali saranno i suoi poteri reali. La proposta di istituire una commissione speciale sulle interferenze straniere - cioè russe - nei processi elettorali arriva dopo che, lo scorso aprile, il procuratore generale degli Stati Uniti, dove tutto è iniziato, William Barr ha confermato che le indagini condotte dal procuratore speciale per le indagini sul Russiagate Robert Mueller, non hanno rilevato alcuna collusione fra il Presidente Donald Trump e la Russia nelle elezione presidenziali del 2016.

Ma non solo non c’è stata alcuna “collusione” fra Donald Trump e la Russia: un giudice americano ha smentito il fatto che vi sia un collegamento fra la citatissima Internet Research Agency (Ira) e il governo di Vladimir Putin. Lo stesso Jonathan Kravis, un procuratore capo del team Mueller, ha riconosciuto che “da nessuna parte si dice che dietro l’attività dell’Internet Research Agency” ci sia il governo russo. Nonostante il flop del Russiagate americano, dove tutto è iniziato, i dem europei hanno deciso di sposare la retorica della Seconda Guerra Fredda, istituendo questa nuova commissione sulle presunte interferenze del Cremlino. Si cita peraltro la vicenda del Metropol di Mosca e Gianluca Savoini prima ancora che la giustizia abbia fatto il suo corso (e comunque sarà dura appurare un eventuale coinvolgimento diretto di Mosca).

Chissà se nella nuova commissione speciale i dem avranno il tempo di parlare dellinchiesta "Spygate": come abbiamo raccontato nelle scorse settimane, infatti, il ministro della Giustizia americano William Barr ha costituito un team investigativo guidato dal procuratore John Durham per indagare sulle origini delle indagini dell’Fbi sul Russiagate nel 2016 e determinare se la raccolta di informazioni sulla campagna di Trump fosse “lecita e appropriata”.

Di recente, Rudy Giuliani, ex sindaco di New York e ora avvocato del presidente Donald Trump, ha confermato che le indagini del procuratore Durham sulla condotta opaca dell’agenzia si stanno concentrando sulle ingerenze dei Paesi europei e anche dell'Italia e sul ruolo del nostro Paese nel 2016, accusato di aver spiato cittadini americani, tra cui George Papadopoulos, ex membro del comitato consultivo per la politica estera nella campagna elettorale di Trump.

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