Si sarebbero qualificati come poliziotti e l'avrebbero fermata a Khartoum, la capitale del Sudan. Ogni comunicazione con lei si era interrotta dalle 10 di questa mattina, fino a poco fa, quando è arrivata la notizia del suo rilascio. Perché la giornalista Antonella Napoli, fondartice e presidente dell'associazione "Italians for Darfur Onlus" e membro del consiglio di presidenza di "Articolo 21", era stata fermata nella città africana per foto a "obiettivi sensibili".
La giornalista italiana si trova in Sudan per seguire e documentare le proteste contro il presidente Omar al Bashir. E a dare la notizia del fermo, in un tweet, era stato Riccardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International. Che, infatti, raggiunto dall'Adnkronos, si era detto molto preoccupato per le sorti della giornalista.
A #Khartoum si è appena conclusa la terza settimana di proteste contro il governo del presidente #alBashir. Almeno 37 morti, secondo @amnesty, molti di più per l’opposizione. Le autorità sudanesi ammettono ‘solo’ 19 vittime nei disordini. E noi giornalisti siamo guardati a vista. pic.twitter.com/V0oYFmYjSB
— Antonella Napoli (@AntonellaNapoli) 5 gennaio 2019
Proprio ieri, in un tweet, Antonella Napoli scriveva: "A Khartom si è appena conclusa la terza settimana di proteste
contro il governo del presidente al Bashir. Almeno 37 morti, secondo Amnesty, molto di più per l'opposizione. Le autorità sudanesi ammettono 'solo 19 vittime nei disordini'. E noi giornalisti siamo guardati a vista".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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