Che Alexis Tsipras avesse una certa simpatia per la piazza e per i manifestanti era cosa nota. Quello che fa discutere, ora, è l'ordine del nuovo governo greco di disarmare la polizia antisommossa, con proteste anzitutto tra gli agenti, che lamentano "confusione e incertezza".
Negli ultimi anni, tanto la capitale Atene quanto altre località della Grecia sono state teatro di scontri spesso violenti tra manifestanti e forze dell'ordine, con numerosi feriti su entrambi gli schieramenti. Ora, al cambio di esecutivo, la strategia cambia. Il viceministro greco dell'Ordine pubblico e per la Protezione del cittadino Yannis Panousis, "il ruolo della polizia nelle manifestazioni deve cambiare e l'uso delle armi da fuoco va evitato, se non in casi estremi".
Già sabato scorso, durante una manifestazione anti-razzista, la polizia non ha caricato i dimostranti né li ha accompagnati con una presenza pressante come si era abituati a vedere. Il corteo si è svolto senza incidenti, ma gli agenti hanno comunque fatto sapere di essersi sentiti "confusi e incerti". Non sempre, infatti, le cose vanno in modo così tranquillo: sempre sabato scorso, la polizia si è limitata a sorvegliare una manifestazione di Alba Dorata, tenendosi a debita distanza dai militanti di estrema destra. Che, stupefatti, ne hanno approfittato per imbrattare con bombolette spray i mezzi delle forze dell'ordine e scattare foto degli agenti.
Inoltre il ministro Panousis ha spiegato di attendersi che la polizia faccia sempre meno uso dei gas lacrimogeni durante le manifestazioni di protesta: "Quei tempi - ha detto - dovrebbero essere finiti. Per arrivare a usare spray chimici, significa che la situazione ha raggiunto un livello estremo e i dimostranti usano altri tipi di armi, come pezzi di marmo o altro. Ma le sostanze chimiche non si devono usare contro i maestri in sciopero o i pensionati". Il governo ha infine annunciato che oltre 2.000 poliziotti verranno distolti dall'attuale servizio di protezione a persone considerate "molto importanti", per riallocarli ai precedenti incarichi.
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